Ecco cosa sta succedendo in Thailandia, dove continuano le proteste contro il governo

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Nelle scorse settimane ci sono state proteste pacifiche guidate dagli studenti quasi ogni giorno

Migliaia di cittadini sono scesi in piazza a Bangkok, la capitale della Thailandia, dove continuano le proteste contro il governo per chiedere riforme.



I manifestanti chiedono una nuova costituzione e di riformare la monarchia, un tema molto delicato nel regno buddista. Secondo le leggi thailandesi, infatti, chiunque critichi la famiglia reale, può essere punito con anni di reclusione.

Nelle scorse settimane ci sono state proteste pacifiche guidate dagli studenti quasi ogni giorno. Nonostante non sia strano vedere i cittadini del Paese del sud est asiatico scendere in piazza per protestare contro il governo, il nuovo movimento studentesco, che ha coinvolto anche tanti altre fasce della popolazioni, è diverso perchè ha osato criticare la monarchia.



Questa settimana, diversi leader del movimento sono stati arrestati, tra cui l’attivista democratico veterano Anon Nampa, ma gli organizzatori sono sicuri che il raduno del 16 agosto, a cui, secondo la polizia di Bangkok, hanno partecipato almeno 10000 persone, porterà a cambiamenti importanti.

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Le nuove proteste e la situazione politica in Thailandia

«Vogliamo delle nuove elezioni e un parlamento eletto dalla popolazione», ha detto lo studente e attivista 24enne Patsalawalee Tanakitwiboonpon alla folla esultante durante il raduno di domenica davanti al monumento della democrazia di Bangkok. «Inoltre, il nostro sogno è avere una monarchia che sia regolata dalla costituzione».

Secondo alcuni esperti, la protesta del 16 agosto è una delle più grandi dal 2014, quando il primo ministro Prayuth Chan-ocha ha preso potere con un colpo di stato. Diversi partecipanti cantavano slogan che inneggiano alla democrazia e chiedono la fine della “dittatura”. Il movimento, infatti, chiede le dimissioni del primo ministro, un ex generale che ha vinto un’elezione molto contestata lo scorso anno.

Le proteste sono cominciate lo scorso Febbraio, quando il partito dell’opposizione FFP è stato sciolto da un’ordinanza del tribunale ma si erano brevemente interrotte a causa delle restrizioni imposte dalla Thailandia per controllare il Covid-19. Il dibattito si è però riacceso quando un attivista thailandese in esilio in Cambogia è misteriosamente scomparso all’inizio dell’estate.

La situazione politica del regno è spesso complicata da comprendere. Negli ultimi anni, la popolazione ha infatti potuto godere di un rapido (e quasi straordinario) sviluppo economico e tecnologico che ha completamente rivoluzionato la società thailandese. Il Paese è anche uno dei più tolleranti della regione a livello di libertà personali, allo stesso tempo, però, il governo militare esercita una forte pressione nel contenere il dissenso contro la monarchia.  

(Immagine di copertina: dal profilo Instagram di Wayne Hay)