«La denuncia alla Crusca per l’accezione di terrone è una reazione sovradimensionata»

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Il commento di uno di Francesca Puglisi, uno degli autori, produttori e volti dei video della celebre pagina Il terrone fuorisede

Volendo commentare la questione terrone Crusca esplosa oggi abbiamo sentito Francesca Puglisi, tra gli autori, produttori e volto dei video della celebre pagina Il terrone fuori sede che – tra Instagram, Facebook e Youtube – ha riscosso moltissimo successo con la sua ironia. La mitica figura del terrone e quell’accezione negativa che il termine ha sempre avuto viene fatta cadere grazie a una stereotipi e luoghi comuni sulle persone del Sud che vengono cavalcati e smontati allo stesso tempo. Francesca ha commentato a caldo ridendo: «Questo signore è incavolato nero, probabilmente per tutto quello che ha dovuto sopportare per quel cognome. La sua azione è stata così forte perché probabilmente ha pensato fosse l’unico modo di attirare l’attenzione sulla questione».



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Terrone Crusca: cosa è successo

La giornata di oggi ha visto il diffondersi della notizia relativa a Francesco Terrone, un 59enne che ha deciso di fare causa all’Accademia della Crusca definendosi «orgoglioso del cognome che porta» e domandando alla celebre istituzione fiorentina di cambiare la definizione di “terrone” tramutando quell’accezione negativa in qualcosa di positivo, che indichi la ricchezza a livello terriero del Sud Italia. Il punto è che la Crusca fa la cronistoria del termine utilizzato in senso dispregiativo riportando, alla fine dei conti, quello che è realmente stato e che ancora, in molti meno casi, è. «Il termine terrone viene, ancora oggi, utilizzato con accezione negativa o dispregiativa, anche se molto meno di un tempo», ha affermato  Francesca Puglisi.



Una reazione esagerata per farsi dare retta

Lo spirito della pagina Il terrone fuori sede è proprio quello: sdoganare l’accezione negativa del termine portandolo ad essere positivo tramite l’autoironia. Se uno se lo dice da solo vuol dire che la cosa non è poi così grave, quello che facevamo era aveva lo scopo di riappropriarcene. Il signore è indubbiamente incavolato e ricordo che, effettivamente, sotto i video che giravamo e in cui io comparivo i commenti di persone arrabbiate anche con la pagina in sé, che segnalavano la pagina per questa ragione, trovando offensivo il nome stesso. Altri, rispondendo, cercavano di spiegare: guardate che i contenuti che producono non sono offensivi, sono loro stessi del Sud, tutti napoletani e pugliesi, vi pare che vogliano offendersi da soli? Ma c’erano persone che non ci arrivavano. Alcune persone ne hanno passate talmente tante da arrivare a fare cose del genere, reazioni estremamente sovradimensionate come in questo caso: “O faccio il pazzo e denuncio o nessuno mi darà retta”».