La storia dei due terrapiattisti soccorsi in mare: volevano dimostrare che la terra finisce a Lampedusa

Categorie: Attualità

Una vicenda paradossale fatta di lockdown violato e tentativo di fuga dalla quarantena

Sembra una storia paradossale, di quelle che si trovano sui social e diventano basi per i famosi meme. Ma è avvenuto veramente. Una coppia veneziana, durante il periodo di lockdown (quindi infrangendo quella regola stringente), è partita dal Veneto in automobile, fino ad arrivare in Sicilia. Da lì, dal porto di Termini Imerese, prendono una piccola imbarcazione. Il loro obiettivo? Dimostrare che la tesi dei terrapiattisti (quella secondo cui la Terra non sia sferica e abbia il proprio limite a Lampedusa) sia reale. Peccato per loro che quel viaggio si sia concluso in una maniera del tutto inaspettata.



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La vicenda risale a qualche mese fa, durante il lockdown, ed è stata raccontata dal quotidiano La Stampa riportando anche la versione di Salvatore Zichichi, medico dell’Ufficio di sanità marittima del ministero della Salute nel presidio di Palermo, che ha assistito e ha dovuto gestire questa clamorosa vicenda: «I due sono partiti dal Veneto durante il lockdown diretti a Lampedusa, violando tutte le restrizioni. A Termini Imerese, vicino a Palermo, hanno venduto la loro macchina e hanno comprato una barchetta, decisi a puntare verso l’isola».



Terrapiattisti soccorsi in mare: volevano dimostrare che la terra finisce a Lampedusa

I due terrapiattisti, dunque, si sono messi in mare nel tentativo di arrivare fino a Lampedusa e segnare il confine della terra (secondo una strampalata teoria smentita da qualsiasi logica geografica). Ma non tutto è andato per il verso giusto. La rotta intrapresa era sbagliata e dopo aver girato a vuoto – puntando verso Nord invece che verso Sud – sono stati soccorsi a largo di Ustica. Assetati e stanchi, con quella barca che ha rischiato il naufragio, sono stati soccorsi. Insomma, il loro viaggio è finito sulla terraferma.

Il ritorno a Palermo e i tentativi di fuga

Ma non finisce qui. I due terrapiattisti erano obbligati a seguire un periodo di quarantena di 14 giorni a bordo dello scafo, ma una volta riaccompagnati a Palermo, hanno tentato per ben due volte la fuga. Ma sono stati bloccati, in entrambe le occasioni, dalla Capitaneria di Porto. Al termine del periodo di lockdown hanno potuto fare ritorno in Veneto. Dove non inizia e non finisce il mondo.



(foto di copertina: da Google Maps)