Il gruppo Telegram che rintraccia i parenti scomparsi in Ucraina

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«Search for the Missing», con più di 80.000 iscritti, è il gruppo online che ogni giorno aiuta le famiglie a ritrovare i parenti scomparsi durante i bombardamenti

La guerra è anche separazione. Nella confusione dei combattimenti, in Ucraina molte famiglie sono state separate e allontanate. Le interruzioni di corrente, dei servizi Internet e di telefonia mobile non hanno aiutato a rimanere in contatto. Da più di due settimane, infatti, molti non hanno più alcuna notizia dei propri familiari nelle zone più colpite dai militari russi. In tutto questo, nascono belle iniziative, come quella di Google che tramite Maps permette ai cittadini polacchi di offrire rifugio a chi scappa dall’Ucraina o quella di Telegram che permette di individuare i convogli russi e di scappare in tempo prima dell’attacco in una determinata zona. É proprio quest’ultima piattaforma che ora crea un gruppo per permettere alle famiglie separate dalla guerra di ritrovarsi.



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Telegram per ritrovarsi: così nasce un gruppo per mettere in contatto i parenti dispersi con le loro famiglie

Il governo ucraino ha già dato vita ad un sito web, Look for Yours, e ad un canale Telegram, con più di 650mila iscritti, per veicolare informazioni sui militari russi catturati e uccisi nel territorio invaso da Putin. Una bella iniziativa per permettere alle famiglie russe di conoscere che cosa ne è stato dei loro cari ma anche per far vedere loro la crudeltà della guerra. Indipendentemente dalle ragioni, ogni guerra porta con sé scie di morti.



Ora su Telegram, però, si trova un gruppo che permette agli ucraini di ritrovare i propri cari, che i bombardamenti hanno separato con tanta ferocia. Da dove nasce questo gruppo? Vladimir perse i contatti con suo fratello Sergey durante uno dei tanti attacchi russi e così decise, disperatamente, si contattare gli utenti di un gruppo Telegram creato da un presentatore tv ucraino e che raccoglie e condivide dati ed informazioni in merito alle persone scomparse in Ucraina. Sergey si trovava in un rifugio antiaereo con la sua famiglia, ma decise di uscire per reperire del cibo. I bombardamenti erano molto pesanti e non riuscì a rientrare nel rifugio; il suo telefono si spense e perse i contatti con la famiglia. Così, il gruppo Telegram, nominato «Search for the Missing», registra ora più di 80.000 iscritti da quando è stato lanciato ad inizio marzo e, ogni giorno, gestisce migliaia di richieste di aiuto. Quattro giorni dopo la scomparsa di Sergey e a poche ore dalla richiesta di aiuto pubblicata sul gruppo della piattaforma social, Vladimir è riuscito a ritrovare la famiglia della moglie di Sergey a Kiev, che aveva letto il messaggio, e così Vladimir racconta che: «alla fine della giornata, mi hanno chiamato per dirmi che mio fratello era arrivato da loro». Sergey ha poi raccontato al fratello di essersi arreso ai russi, insieme ad altri ucraini, e di aver preso una bandiera bianca per consegnarsi a loro. Dopo una perquisizione, però, i russi li hanno rilasciati e Sergey, dopo varie vicessitudini, è riuscito a ricongiungersi con la famiglia. Ora è rientrato in Ucraina per arruolarsi nell’esercito.

Entrando nel gruppo Telegram si possono leggere tantissimi annunci di persone scomparse, come si vede in queste foto, che riportano le date di nascita e di scomparsa degli uomini e della donna ritratti.



La ricerca dei parenti dispersi viene avviata da Katya Osadcha, ex modella, giornalista e presentatrice di reality TV.  Katya voleva aiutare il suo popolo ma non se la sentiva di arruolarsi perché ha due bambini piccoli. Così, ha domandato aiuto ai suoi amici su Instagram ed ora lei e 15 volontari gestiscono il gruppo Telegram 24 ore al giorno, leggendo ogni messaggio, verificandone la provenienza e filtrando i duplicati. La stessa ha dichiarato di aver aiutato circa 300 persone a ritrovare i parenti scomparsi: «ricevi foto di persone felici in vacanza, e i loro amici e familiari ci scrivono dicendo che sono scomparsi e l’ultima chiamata è stata cinque giorni fa da un rifugio, e ci sono stati molti bombardamenti». Emma Shymanovych, una donna che aiuta Katya nella gestione del canale, dichiara di essere molto provata, come tutto il suo team, dal lavoro per il gruppo: «è estremamente doloroso leggere domande su bambini perduti o su bambini che cercano i loro genitori. È difficile esprimere ciò che proviamo».

Yulia, per esempio, racconta Emma, ha utilizzato il gruppo perché, una volta scappata da Mariupol con il marito ed il figlio di soli due mesi, ha perso di vista la madre, il fratello e la sorella: «l’ultima volta che ho parlato con loro non avevano elettricità, acqua, riscaldamento e comunicazioni per diversi giorni». Yulia provò a contattare le autorità locali e gli amici ma non è riuscita a ritrovare la sua famiglia. Poi, decide di utilizzare il canale Telegram, lo stesso che ha aiutato Sergey e Vladimir, e riesce a rimettersi in contatto con la sua famiglia.

Ancora una volta, le piattaforme social si rivelano importanti mezzi per aiutare gli ucraini e per combattere le fake news. Quello che conforta è che, in mezzo a devastazione e sangue, ci siano ancora barlumi di speranza e di umanità.