La storia del blocco di Telegram in Brasile per “colpa” di una mail non letta
La decisione è figlia di una richiesta di rimozione di contenuti fuorvianti fatta dalle autorità a cui la piattaforma non ha mai dato seguito e risposta. Almeno fino a oggi
19/03/2022 di Enzo Boldi
Domande senza risposta e ora, solo dopo l’ordine di sospensione, è arrivata la richiesta di fornire ulteriore tempo per analizzare quel che succede all’interno dell’ecosistema di Telegram in Brasile. Nella giornata di venerdì 18 marzo, infatti, il giudice della Corte Suprema del Paese sudamericano, Alexandre de Moraes, ha ordinato il blocco dell’applicazione di messaggistica istantanea. Il motivo alla base di questa sospensione è il mancato controllo (e la mancata rimozione) di contenuti di disinformazione (in particolare sulla pandemia da Sars-CoV-2) e di altre bufale che hanno pascolato libere sul social network.
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Come riporta l’agenzia Reuters, la decisione della Corte Suprema di una richiesta avanzata dalla Polizia federale. In particolare, l’attenzione era concentrata sui messaggi Telegram pubblicati dal noto blogger brasiliano Allan dos Santos, da sempre grande sostenitore pubblico di Jair Bolsonaro. L’uomo è stata ripetutamente accusato di aver diffuso fake news per sostenere l’attuale Presidente, soprattutto in vista della prossima tornata elettorale prevista per il 2 ottobre del 2022.
Telegram Brasile, il blocco ordinato dalla Corte Suprema
Le altre piattaforme social (quelle del gruppo Meta – Facebook, Whatsapp e Instagram -, ma anche Twitter e Google) avevano già aderito alla richiesta di rimuovere gli account che fanno disinformazione in Brasile, mentre l’applicazione di Pavel Durov non aveva mai dato seguito a tutto ciò. Adesso lo stesso Durov si è scusato con la Corte Suprema brasiliana per quella che ha definito lui stesso una “negligenza” della sua azienda, chiedendo di sospendere il blocco di Telegram Brasile in modo da prendere tempo e cercare di aderire a quella richiesta e verifica avanzata diverse settimane fa. Ma tutto sarebbe colpa, come spiegato dal Ceo della piattaforma, di un difetto di comunicazione mail.
«Abbiamo rispettato una precedente decisione del tribunale a fine febbraio e abbiamo risposto con un suggerimento per inviare future richieste di rimozione a un indirizzo e-mail dedicato. Sfortunatamente, la nostra risposta deve essere andata persa, perché la Corte ha utilizzato il vecchio indirizzo e-mail generico per ulteriori tentativi di raggiungerci. Di conseguenza, abbiamo perso la sua decisione all’inizio di marzo che conteneva una richiesta di rimozione successiva. Fortunatamente, ora l’abbiamo trovato ed elaborato, consegnando oggi un’altra relazione alla Corte».
Il social di Bolsonaro
La crescita dell’utilizzo di Telegram in Brasile è, infatti, correlata alle misure prese dalle altre piattaforme social nel corso degli scorsi mesi. Facebook e Twitter, in particolare, avevano etichettato come “fake news” e cancellato diversi post pubblicati da Bolsonaro e dei suoi sostenitori, soprattutto sul tema della pandemia. Per questo motivo c’era stata una grande “migrazione” verso l’app di messaggistica istantanea che, come noto, ha degli standard di controllo e monitoraggio di gran lunga inferiori rispetto alle altre piattaforme. Il tutto in vista della data del 2 ottobre prossimo, quando il popolo brasiliano sarà chiamato al voto.