La disfida sui 100 miliardi di tasse gonfiate dai sei giganti del web

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La Fair Tax Foundation ha individuato una discrepanza su quanto dichiarato dai colossi dell'online e quanto versato. Ma loro replicano che non è così

Ci sarebbe una discrepanza di circa 100 miliardi di dollari tra le tasse dichiarate e quelle versate dai sei principali giganti del web, secondo la Fair Tax Foundation. Le aziende nel mirino sono quelle che si stanno dividendo le più grandi fette del mercato digitale a livello globale, ovvero Amazon, Facebook, Alphabet di Google, Netflix, Apple e Microsoft. Un’accusa che ha scosso gli Stati Uniti e che ha incontrato anche le reazioni di alcune delle aziende citate. In modo particolare, tra le sei, è stata Amazon a fornire una risposta, negando qualsiasi tipo di coinvolgimento e contestando i calcoli che sono stati fatti.



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Tasse giganti del web, la contestazione

Attualmente, il versamento delle tasse sul reddito dei sei colossi sarebbe stato di 219 miliardi di dollari, corrispondenti a circa il 3,6% delle entrate globali delle compagnie. Almeno, questo è ciò che risulta a Fair Tax Foundation: si tratta di un gruppo che, da diversi anni, analizza con molta attenzione il meccanismo di funzionamento dei versamenti fiscali, a ogni livello. Impossibile, dunque, non affrontare anche l’argomento della tassazione dei colossi del web.



Come si diceva, al momento, l’unica contestazione su questa ricostruzione è arrivata proprio da Amazon, che ha insistito su un concetto che ha caratterizzato anche altre accuse simili fatte in passato. Ovvero che l’azienda, in realtà, si basa su un modello con bassi margini di profitto e che, pertanto, calcolare in maniera diversa e seguendo altri criteri la sua capacità contributiva sarebbe scorretto: «Amazon – riporta l’azienda – è principalmente un rivenditore in cui i margini di profitto sono bassi, quindi il confronto con le aziende tecnologiche con margini di profitto operativi vicini al 50% non è razionale».

La questione dei versamenti fiscali dei colossi del web sarà sicuramente al centro del prossimo G7 e prevederà sicuramente momenti di scontro politico molto aspro. I grandi del mondo sembrano essere convinti che i giganti del web debbano fornire maggiormente il proprio contributo rispetto ai ricavi che raggiungono: ma tra le intenzioni teoriche e le possibilità pratiche di applicazione di tutto ciò ci sono veri e propri tavoli diplomatici di mezzo. Che è sempre molto difficile superare.