Crisanti spiega che il tampone rapido pubblicizzato da Zaia «non ha superato nessuna valutazione»

Categorie: Attualità

Ieri il test in diretta su un giornalista

Due giorni di annunci, seguiti da smentite e ridimensionamenti. Dopo aver annunciato che il ceppo serbo del Coronavirus ha una carica virale più alta rispetto a quello registrato in Veneto e in Italia – con l’Istituto che ha effettuato la ricerca che ha corretto il tiro 24 ore dopo -, ieri Luca Zaia ha presentato in conferenza stampa il nuovo tampone rapido proveniente dalla Corea: si tratta di un test in grado di dare risposte sulla positività o negatività Covid nel giro di sette minuti. Il tutto è stato provato su un giornalista presente nella sala stampa. Oggi, però, Andrea Crisanti smonta quel trionfalismo.



LEGGI ANCHE > L’istituto che ha studiato il genoma del virus serbo ridimensiona la sicurezza di Zaia

Guardando la conferenza stampa di ieri in Regione Veneto, sembrava di assistere a una televendita: Luca Zaia annuncia l’arrivo – e l’utilizzo – di questo innovativo tampone rapido per diagnosticare l’infezione, parla del prezzo e poi lo fa testare su un giornalista presente in sala. Ecco il filmato pubblicato sul sito del Corriere della Sera.



Tampone rapido, Crisanti smentisce Zaia sulla sua efficacia

Ma è veramente sicuro? Gli esperti mondiali nutrono seri dubbi e non è stato ancora validato dalle autorità italiane. Secondo studi pubblicati sul Journal of Clinical Virology, il tampone rapido prodotti in Corea avrebbe dato segnali di non attendibilità e sicurezza: in molti casi (quasi il 50% dei test verificati e messi a confronto) il risultato è stato un falso negativo. Insomma, non proprio uno strumento a cui affidarsi senza riserve. Nonostante gli annunci.



Molti falsi negativi

Il Corriere Veneto ha poi interrogato il professor Andrea Crisanti sulla questione del tampone rapido. E la risposta non è quella che si poteva pensare dopo le parole di Zaia: «Questo tipo di test ha molti limiti e non ha superato nessuna valutazione, non so perché la Regione abbia deciso di  presentarlo pubblicamente. I kit che danno i risultati in pochi minuti possono essere applicati nei momenti di epidemia con tanti casi positivi, quando bisogna fare uno screening di massa in tempi rapidi e va bene prendere anche solo la metà dei pazienti effettivamente positivi. L’Italia ora è in una situazione completamente diversa, in cui serva l’assoluta certezza dei risultati e la priorità è proprio quella di non mancare i positivi. Questo approccio rischia di essere persino controproducente».

(foto di copertina: da diretta conferenza stampa Regione Veneto)