Stavolta Taffo esagera: il post contro la violenza sulle donne non piace

C’è una linea sottile tra l’ironia e il cattivo gusto. Stavolta Taffo l’ha superata. Il post pubblicato per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è stato travolto dalle critiche.

Stavolta Taffo esagera: il post contro la violenza sulle donne non piace

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Taffo è famoso più per i suoi post social che per i suoi servizi funebri. Le sue campagne, che prendono spunto dai tormentoni social e da fatti di attualità leggera, hanno reso la l’azienda di pompe funebri romana un punto di riferimento per gli amanti dei meme e delle “blastate” su internet. Stavolta però, è proprio il web, che spesso l’ha incoronato re della comunicazione social, a levare la corona. Il post pubblicato lunedì 25 novembre, ovvero nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è stato travolto dalle critiche. L’immagine mostra la scritta “Ci sono due tipi di donne”, con al di sotto l’immagine di una bara a sinistra e a destra “quelle che denunciano”. L’intento è chiaro: per sopravvivere alla violenza e scongiurare il tragico epilogo, bisogna denunciare gli aggressori, fisici o verbali che siano, tanto che Taffo inserisce in basso anche il numero antiviolenza per chiedere aiuto. Un messaggio con cui non si può che concordare, ma che è stato veicolato nel modo sbagliato. «Sono veramente delusa e amareggiata», «è fuorviante», «superficiale» sono solo alcuni dei commenti negativi pubblicati su Twitter. Il pubblico social infatti ha evidenziato come, per via della costruzione dell’immagine, sembri passare l’idea che l’unica tipologia di donne considerata sia quella delle donne che denunciano che “finiscono” nella bara. Anche chi ha capito la comunicazione adottata da Taffo, resta comunque dell’idea che stavolta «l’ha fatta fuori dal vaso». In molti hanno infatti commentato il post sottolineando come non sempre sia possibile o facile denunciare le violenze e che, purtroppo, non sempre alla denuncia corrisponde la sopravvivenza. Molte critiche infatti sottolineano che il messaggio finale tende a colpevolizzare le donne, le vittime. Nel dubbio, sarebbe stato meglio evitare.

(Credits immagine di copertina: Twitter TAFFO@taffoofficial)

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