Combattere le fake news con le tattiche della guerra fredda: l’idea della Svezia

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In vista del voto di settembre, il governo ha deciso di rispolverare l'agenzia di "difesa psicologica"

Mancano sette mesi alla tornata elettorale per rinnovare il Parlamento, ma la Svezia – viste anche le tensioni internazionali – ha deciso di giocare d’anticipo per evitare che le fake news infiammino e interferiscano con la prossima chiamata al voto dei cittadini. E per farlo il governo scandinavo ha deciso di fare un salto nel passato, andando a rispolverare quell’agenzia che venne creata e utilizzata durante la Guerra Fredda.



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L’agenzia porta un nome emblematico: di “difesa psicologica“. Trae origine da una tattica già utilizzata dalla Svezia durante i lunghi anni della Guerra Fredda e che venne sciolta ufficialmente nel 2008 (anche se le sue funzioni erano già state ridotte e depotenziate da diversi anni). Poi la riorganizzazione iniziata nel 2016, ma il ritorno alle sue funzioni totali è avvenuto nel corso del mese di gennaio, allo scoccare delle tensioni al confine tra Russia e Ucraina. E sono proprio questi eventi, in attesa di capire cosa sta per accadere e l’eventuale coinvolgimento di molti altri Paesi, ad aver alzato l’asticella dell’attenzione da parte del governo svedese.



La Svezia combatte le fake news con tecniche da guerra fredda

Ma a cosa servirà questa agenzia? A parlare al The Guardian è proprio il vice-direttore Magnus Hjort che ha sottolineato come il compito di questo vecchio-nuovo progetto sia quello di proteggere i cittadini svedesi dalla disinformazione che potrebbe arrivare dall’estero, con interferenze e influenze sul voto previsto per il prossimo 11 settembre. E tutto nasce dalle tensioni tra Russia e Ucraina: «Potrebbe significare che la sicurezza e la difesa saranno più importanti nelle elezioni, e ciò potrebbe significare che potrebbe essere più interessante per una potenza straniera influenzare il modo in cui le persone votano, per assicurarsi che la Svezia prenda le giuste misure nel come la vede una potenza straniera. Quindi potrebbe esserci un maggiore interesse a influenzare le elezioni generali. È possibile a causa della situazione della sicurezza in Europa in questo momento». 

Qual è il ruolo di questa agenzia

L’obiettivo, dunque, è quello della difesa psicologica. L’agenzia, che conta – al momento – 45 dipendenti, avrà il compito di monitorare le informazioni che arriveranno dall’estero per evitare che false notizie si infiltrino nel tessuto comunicativo del Paese dando vita a fenomeni di disinformazione che hanno come unico obiettivo quello di destabilizzare la Svezia, la percezione dei cittadini e configurare le classiche interferenze straniere attorno all’appuntamento elettorale per il rinnovamento del Parlamento. «Gli stati autoritari cercano da anni di influenzare le elezioni – ha detto Magnus Hjort -. La differenza oggi è che attraverso i social media hai migliori opportunità di influenzare le persone. Ecco perché dobbiamo avere la capacità di monitorare un’interferenza nella nostra democrazia».