Feltri dice a Pillon di «farsi i ca**i suoi» sul suicidio assistito

Già il titolo dice tutto: «Se voglio crepare sono solo affari miei». Così Vittorio Feltri risponde alle critiche mosse – per usare un eufemismo – dal senatore leghista Simone Pillon al suicidio assistito. Il direttore di Libero dedica un intero editoriale alla vicenda che, come spesso capita, sta dividendo l’opinione pubblica, tra chi parla ragionando per assiomi ortodossi e chi, invece, chiede maggiore libertà nella scelta di come e quando poter porre fine alla sua vita (ovviamente in base a uno stato di salute compromesso). Il suicidio assistito, quindi, viene apprezzato da Vittorio Feltri.

«Il suicidio assistito è un fatto assai diverso dall’eutanasia – scrive il direttore di Libero nel suo editoriale -. Non si capisce il motivo per cui egli non riesca a capire la differenza tra le due cose». Il riferimento è al senatore leghista Simone Pillon e Vittorio Feltri spiega le differenze tra l’eutanasia e il suicidio assistito: «Un conto è che un signore o una signora sofferente, causa grave malattia incurabile, decida di porre fine alla propria esistenza, e per realizzare la dipartita chiedendo aiuto a una struttura che ne agevoli l’operazione. Nel caso prevale la volontà del paziente e sarebbe sbagliato impedirgli di realizzarla».

Suicidio assistito, Feltri attacca Pillon

Poi parla di casi simbolo del fine vita, dell’eutanasia e del suicidio assistito, riferendosi direttamente e chiamando in prima persona il senatore leghista: «Quindi, caro Pillon, si faccia gli affari suoi e non metta becco nelle scelte personali di un essere padrone della propria vita – prosegue Vittorio Feltri -. I cristiani sono ostili al suicidio? Benissimo, si astengano dal compierlo, chi li costringe ad andare all’altro mondo?».

«Fatti i cazzi tuoi e non i miei»

Nella chiusura del suo editoriale, Feltri reclama il «diritto di crepare, non di ammazzare altri se non se stessi». E poi un nuovo affondo a Pillon: «Che te ne frega se invece di attenermi ai dettami della tua religione, affido il mio corpo – l’anima è una faccenda astratta – a Caronte? In altri termini più aspri: fatti i cazzi tuoi e non i miei».

(foto di copertina: ANSA / ETTORE FERRARI)

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