Il figlio di Tria salva vite nel Mediterraneo con la Ong della Mare Jonio

C’è anche un nome noto tra chi è impegnato a salvare vite umane in quella lingua di mare tra il Nord-Africa e i confini dell’Europa. Si tratta di Stefano Tria, figlio del ministro dell’Economia e delle Finanza che è uno degli skipper che collabora con la Ong italiana Mediterranea Saving Humans, quella finita al centro del mirino delle polemiche di Matteo Salvini per il salvataggio a largo della Libia di 49 migranti il giorno prima del voto al Senato sulla sua immunità per il caso Diciotti.

«Che importa chi sono o di chi sono figlio? Importa quello che faccio», è lo sfogo di Stefano Tria riportato da La Repubblica, dopo che il suo nome è stato pubblicato dal quotidiano La Verità in un articolo di mercoledì 3 marzo. E la conferma è arrivata in serata anche da parte della stessa Ong italiana che su Twitter ha confermato le indiscrezioni, spiegando come non ci sia nulla di anormale, tantomeno di eccezionale, perché il vero obiettivo è salvare vite, a prescindere dal proprio nome.

 

Stefano Tria a bordo delle navi che salvano i migranti

Stefano Tria non è un attivista politico e, come riporta La Repubblica, non ha alcun contatto diretto e/o privilegiato con il leader Luca Casarini, l’uomo che ha guidato la missione della Mare Jonio anche nell’ultima discussa occasione. Il figlio del ministro è la classica persona qualunque che ha sentito nel proprio cuore l’esigenza di mettersi a disposizione di chi è in difficoltà, mettendo a disposizione della Ong le sue capacità, abilità e conoscenze da skipper navigato.

Figli d’arte che scelgono il lato umanitario

Il nome di Stefano Tria si va ad aggiungere a quello di altri tre ‘figli d’arte’ che hanno deciso di non seguire la strada tracciata dai propri genitori, anche se il caso del ministro dell’Economia è ben diverso, per ruolo e distanze di ideali. Il primo è quello di Veronica Padoan, figlia del predecessore di Tria a via XX Settembre che si è resa protagonista delle proteste a sostegno dei migranti della tendopoli di san Ferdinando (in Calabria) e per questo è stata allontanata dalla polizia. L’altro è quello di Maria Gandolfini, figlia del leader del Family Day, che ha apertamente condannato le posizioni retrograde del padre in occasione del Congresso delle Famiglie.

(foto di copertina: ANSA/ ELIO DESIDERIO)

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