La coerenza e la politica viaggiano su due binari paralleli, che non si incontrano mai. Uno dei casi più evidenti è il voltafaccia del Partito Democratico sul taglio dei parlamentari (con il referendum costituzionale che sarà votato dai cittadini domenica 20 e lunedì 21 settembre): dapprima era stato definito una mossa populista, ora – invece – si è trasformato in un provvedimento giusto. Il riassunto di tutta questa vicenda arriva dal confronto tra le parole del deputato dem Stefano Ceccanti nel maggio del 2019 e quelle pronunciate dallo stesso parlamentare del Pd in una recente intervista a La Repubblica.
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Passa il tempo, cambia la gente. E così sui social è riemerso un vecchio (ma neanche troppo) intervento nell’Aula di Montecitorio di Stefano Ceccanti. Era il 19 maggio dello scorso anno, quando al governo c’erano ancora Movimento 5 Stelle e Lega.
Ieri Stefano Ceccanti ha spiegato le ragioni del Sì al taglio dei parlamentari https://t.co/XMB4r5Ibl5 Preferisco questo Ceccanti (19.5.2019) con applausi scroscianti del @pdnetwork. Siete ancora in tempo per essere coerenti #iovotoNOtaglioParlamentari @Azione_it @CarloCalenda pic.twitter.com/IlwOqMytQh
— Andrea Mazziotti (@_AMazziotti) August 20, 2020
«Questo è solo uno spot elettorale – diceva il 19 maggio 2019 Stefano Ceccanti a Montecitorio -. Un taglio casuale numerico. Ve lo abbiamo spiegato più volte cosa significhi avere un Senato eletto a base regionale con 200 persone. Quali soglie implicite si determinino. Quali effetti si determino sui regolamenti parlamentari, sui numeri, sulla composizione dei gruppi, sulla composizione delle commissioni. Non vi è interessato questo, perché c’è solo lo spot elettorale da fare. La politica non è solo testimonianza, ma anche assunzione di responsabilità. E a volte anche impopolare. Bisogna saper spiegare agli elettori delle scelte impopolari, come lo è votare contro il taglio dei parlamentari». E giù applausi da tutto il settore del Partito Democratico.
Al netto dei giudizi sul taglio dei parlamentari, si trattava di un discorso molto coerente. Poi cos’è successo? Per rispondere a questa domanda basta leggere l’intervista rilasciata mercoledì dallo stesso Stefano Ceccanti a La Repubblica: «Il Parlamento non ha più l’esclusività del potere normativo. Con la riduzione di deputati e senatori ci saranno solo vantaggi, una maggiore razionalizzazione e un sistema più funzionale». E una serie di altre risposte per motivare il sì al taglio dei parlamentari.
Per carità, sappiamo bene (lo viviamo quotidianamente sulla nostra pelle) che la politica non è una cosa seria (o, comunque, le parole pronunciate sono meno serie rispetto allo scorrere del tempo). Ma la memoria storica non dimentica come una medaglia possa presentare due facce: una opposta all’altra. Come la politica.