Statue coperte, via Ilva Saponara la dirigente del cerimoniale

Andrà in pensione Ilva Sapora, capo del cerimoniale di Palazzo Chigi, con una sostanziosa buonuscita: una dirigente di prima fascia del governo italiano che non conosce l’inglese, lingua con cui dovrebbe lavorare dovendosi occupare dell’accoglienza diplomatica. E sembra che anche la dirigente degli Affari Europei lavori con l’ausilio di un traduttore: il tutto è ora nelle mani di Matteo Renzi, dopo la relazione interna del segretario generale Paolo Aquilanti. Alla base del pasticcio statue coperte durante la visita di Hassan Rohani, “un misunderstanding” fra gli uffici del governo.

STATUE COPERTE, VIA LA DIRIGENTE DEL CERIMONIALE

Marco Galluzzo ne parla sul Corriere della Sera.

La relazione interna del segretario generale Paolo Aquilanti è pronta, è sul tavolo di Renzi. Contiene la versione di Ilva Sapora, capo del cerimoniale di Palazzo Chigi, e una ricostruzione di quanto avvenuto in coincidenza con la visita a Roma del presidente dell’Iran. In occasione della cena con Renzi sulle terrazze del Campidoglio le statue dei musei capitolini furono coperte con dei pannelli: la nostra storia poteva imbarazzare il leader di uno Stato con cui stavamo per chiudere 17 miliardi di euro di contratti, seguirono aspre polemiche, interne e internazionali. 
A distanza di una settimana dai fatti una ricostruzione pubblica e trasparente di quanto accaduto non esiste. Già il fatto dell’esistenza di una conclusione dell’indagine interna, affidata da Renzi ad Aquilanti, non lo si apprende a Palazzo Chigi, dove l’argomento viene trattato quasi di sfuggita, o se volete come un caso che è già finito nel dimenticatoio. Ufficialmente, infatti, della relazione di Aquilanti, nessuno sa nulla. Figuriamoci dei contenuti, che però fra i Palazzi della politica sono già circolati. Cosa direbbe la conclusione dell’indagine interna? Direbbe che c’è stato un misunderstanding , termine anglosassone per dire che c’è stata un’incomprensione, in questo caso fra diversi uffici della presidenza del Consiglio. L’incomprensione, parente vicina del concetto di pasticcio, di sicuro solleverebbe da una responsabilità univoca i diversi organi che hanno avuto voce in capitolo in quell’eccesso di zelo, o di compiacenza, che fu la scelta di oscurare le statue. 

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Ilva Sapora, in un primo tempo additata come responsabile della scelta, verrebbe in qualche modo scagionata, ma sino a un certo punto. Non sarebbe l’unica responsabile di quanto accaduto, ma non sarebbe nemmeno del tutto responsabile, visto che c’è stato un misunderstanding . Chi frequenta la presidenza del Consiglio dice che la dirigente (che dichiara in modo onesto di non saper parlare inglese, nonostante si debba occupare di visite di Stato che lo richiederebbero) andrà presto in pensione, per ragioni anagrafiche, con una ricca buonuscita. Proprio Aquilanti, oggi alla guida della macchina amministrativa, potrebbe sommare in un primo tempo alle proprie le deleghe della Sapora. Il caso ha aperto uno squarcio sulle competenze di alcuni dirigenti di prima fascia del governo. Nei giorni scorsi sembrava che un turn over di dirigenti fosse sul punto di essere deciso dal Consiglio dei ministri. Il caso statue ha rallentato tutto. Fra i dirigenti nel mirino ci sarebbe anche Diana Agosti, capo del dipartimento Affari europei. Sembra che nel suo ufficio alcuni dossier provenienti da Bruxelles siano trattati grazie alla collaborazione necessaria di una traduttrice. Un dettaglio che avrebbe spinto Renzi alla ricerca di un profilo diverso per un ufficio così delicato. 

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