La Spagna punta a riformare i servizi segreti dopo lo scandalo di Pegasus

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Una serie di figure centrali nell'amministrazione spagnola sono state rese vittima dello spyware Pegasus e ora il governo punta a riformare i servizi segreti

Il premier spagnolo Sánchez e la ministra della Difesa Robles sono stati sorvegliati utilizzando lo spyware Pegasus l’anno scorso. La gravità della questione – che ha potenzialmente coinvolto anche altri dispositivi di figure chiave del paese – ha spinto il politico a promettere una riforma dei servizi di intelligence. Le agenzie di spionaggio spagnole saranno supervisionate e regolamentate ulteriormente visto lo spionaggio dei dispositivi di importanti figure politiche spagnole provato dal centro di ricerca dell’Università di Toronto Citizen Lab.



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Spyware Pegasus Spagna, i provvedimenti del governo

Oltre al Primo Ministro e alla ministra della Difesa sono stati spiati anche i funzionari dell’ERC, partito separatista catalano. Lo spyware del gruppo israeliano NSO viene utilizzato per sorvegliare politici, dissidenti e attivisti e in Spagna è riuscito sicuramente a penetrare in misura massiccia. Non sapere chi ci fosse dietro l’utilizzo della tecnologia ha creato una spaccatura tra il partito di minoranza di Sánchez e l’ERC.



Tutto questo è avvenuto nonostante il Citizen Lab abbia definito gli hackeraggi frutto di un’azione «distaccata dall’amministrazione spagnola» e, comunque, frutto dell’opera di «attori sconosciuti». The Record riporta le parole del Primo Ministro Sánchez, che sembra intenzionato a porre rimedio alla questione quanto prima andando a «rafforzare il controllo giudiziario» sui servizi segreti spagnoli così da «evitare che queste violazioni della sicurezza si ripetano». Il Primo Ministro punta a sostituire la legge attuale sulle informazioni classificate (che risale al 1968) perché vada a conformarsi meglio con quelli che sono i «principi costituzionali» della democrazia spagnola.

Insomma, l’intrusione accertata subita grazie a Pegasus ha attenzionato il governo spagnolo rispetto alla necessità di dotarsi – per quanto riguarda i dispositivi delle figure sensibili e magari non solo, in futuro – di sistemi di difesa efficaci per evitare situazioni di questo tipo. Anche Amnesty International ha chiesto alle autorità che vengano riesaminate le norme vigenti così da porre un freno alla possibilità di sorveglianza segreta delle telecomunicazioni.