Come verranno reinvestiti i 53 milioni risparmiati con lo smartworking della pubblica amministrazione

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Lo smartworking pubblica amministrazione ha permesso di risparmia molti soldi, soldi che però sono venuti a mancare da altre parti

Lo smertworking che i dipendenti della pubblica amministrazione si sono visti costretti a fare nei mesi di pandemia hanno lasciato nelle casse dello stato 53 milioni di euro. A tanto ammonta il risparmio dello Stato che ha messo i suoi dipendenti in smartworking a turno per prevenire al diffusione del contagio da coronavirus. La ministra per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, ha parlato di come reinvestirli «per la formazione o per allargare il welfare».



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Risparmio smartworking pubblica amministrazione soprattutto da buoni pasto

Quei 53 milioni risparmiati derivano, secondo le prime stime fatte, dal risparmio sui buoni pasto non goduti (35 milioni) e dallo straordinario che non è stato svolto (18 milioni). Il lavoro agile d’emergenza attuato nei mesi della pandemia ha quindi lasciato nelle casse dello stato una somma considerevole rispetto ai soliti costi della pubblica amministrazione, somma che si è già pensato di reinvestire per dare una serie di riconoscimenti ai lavoratori pubblici. La ministra Dadone ha sottolineato che le somme verranno «riallocate a favore degli stessi dipendenti pubblici incentivando la produttività, erogando più formazione e magari allargando il welfare integrativo».



Non è tutto oro quel che luccica

Se la notizia del risparmio di 53 milioni presa indipendentemente dal resto può essere buona, è vero che ci sono tutta una serie di implicazioni sulle quali riflettere. Quei 35 milioni risparmiati in buoni pasto non goduti, per esempio, sono 35 milioni che solitamente finivano nelle casse di bar e locali.