Ormai vale tutto. L’ostentazione di simboli religiosi durante i comizi elettorali di Matteo Salvini non fa quasi più notizia. È una vicenda che va avanti da oltre un anno: prende in mano il rosario (o un santino) lo rivolge verso gli astanti e lo bacia davanti al pubblico. Una mossa che, ormai, viene ripetuta pedissequamente a ogni sua comparsata su un palco (e negli ultimi 14 mesi, tralasciando la vecchia campagna elettorale per le Politiche del 4 marzo 2018). E è accaduto anche ieri sera a Siracusa.
In molti lo criticano, altri (i suoi supporters) lo amano ancor di più perché difende le «radici cristiane», dimenticando come l’Italia sia uno stato laico (per Costituzione). E ieri sera, dal palco di Siracusa, ha preso il suo rosario e l’ha mostrato ai contestatori.
Mentre dalla piazza i cori a suo favore sono stati subissati da quelli che gridavano a squarciagola «Buffone! Buffone! Buffone!», Matteo Salvini ha guardato con aria di sfida i contestatori, ha tirato fuori dalla sua tasca il suo rosario, lo ha alzato al cielo e lo ha baciato. Poi ha detto, con tono ironico: «Se fate i bravi bacio anche voi». Un’azione che ricorda quelle che nei romanzi e nei film (e in alcune credenze popolari) vengono fatte per allontanare i vampiri: si prende il crocifisso (in alcune culture basta una corona d’aglio o una di peperoncini) e lo si volge contro il ‘nemico’ o pericolo.
Le tappe siciliane (e calabresi) del suo Beach Tour, al netto del rosario ostentato ancora una volta, hanno messo in mostra come il Sud non si sia dimenticato delle vecchie battaglie – anche a suon di sfottò volgari – portate avanti dall’allora Lega Nord e dal suo leader attuale. A Catania come a Siracusa (e sabato pomeriggio a Soverato) centinaia di persone hanno manifestato contro il ministro dell’Interno che, questa volta, non ha ricevuto un plebiscito di approvazione.
(foto di copertina da video di Repubblica Tv)