Simone Pillon dopo la sentenza per diffamazione: «Certe condanne sono medaglie di guerra»
11/04/2019 di Redazione
È costata la condanna al pagamento di una multa di 1500 euro questa frase pronunciata dal senatore della Lega Simone Pillon: «Quelli di Arcigay – aveva detto nel corso di un incontro pubblico – vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l’amore bisogna essere o due maschi o due femmine e non si può fare diversamente e venite a provare da noi, nel nostro welcome group». Oggi è arrivata la sentenza di primo grado del tribunale di Perugia, che ha deciso di accogliere parzialmente le richieste fatte dall’associazione gay Omphalos.
Simone Pillon commenta la condanna per diffamazione
Immediato è arrivato anche il commento di Simone Pillon, che ha pubblicato su Facebook un lungo post in cui ha spiegato la sua intenzione di andare avanti in questo processo, facendo anche ricorso in appello, e mostrandosi abbastanza sicuro dei propri mezzi nella sua comunicazione via social network. Talmente tanto sicuro da considerare questa condanna una sorta di «medaglia di guerra».
«Sono stato condannato in primo grado per aver osato difendere la libertà educativa delle famiglie, che a quanto pare non possono più rifiutare l’indottrinamento gender propinato ai loro figli – ha detto il senatore Pillon -. Ricorreremo in appello, ma è proprio vero che certe condanne sono medaglie di guerra».
Il post di Simone Pillon e la citazione di Orwell
Poi, continuando con toni molto forti, l’autore del disegno di legge sull’affido condiviso che, proprio in questi giorni sta facendo tanto discutere sia all’interno della maggioranza, sia tra maggioranza e opposizioni, ha citato George Orwell e anche uno slogan tipico dell’estrema destra: «Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario, diceva Orwell. Beh, io non mollo. E non mollerò mai».
La gaffe sui social di Simone Pillon
Il post di Pillon è stato protagonista anche di un piccolo incidente a livello di social media management. Evidentemente, chi gestisce gli account social del senatore, aveva dimenticato di sloggarsi e ha commentato con un messaggio di supporto che, però, risultava inviato dallo stesso politico della Lega. Il commento è stato cancellato, ma non è passato inosservato sul web: diversi account – tra cui quello dei Sentinelli di Milano e di Selvaggia Lucarelli – hanno postato lo screenshot dell’incidente social.
E poi si dimentica di cambiare l’account autoincoraggiandosi 😂#giornatano pic.twitter.com/5Mx3BK1TZM
— @isentinellidimilano (@isentinelli) 11 aprile 2019