Ma Zuckerberg come avrà preso le parole di Simone Di Stefano che vuole portarlo in tribunale?

L'esponente di Alternativa per l'Italia, il cartello elettorale che unisce Di Stefano e Adinolfi, protesta perché Facebook ha chiuso la sua pagina appena riaperta

Problema: Simone Di Stefano, con un simbolo che reca anche il suo nome, sarà candidato alle prossime elezioni politiche del 25 settembre, in un cartello elettorale insieme a Mario Adinolfi (il contrassegno è quello di Alternativa per l’Italia). Le leggi italiane, infatti, consentono al movimento – che ha raccolto le firme necessarie per presentarsi in diversi collegi – di partecipare alle elezioni. Alternativa per l’Italia – tra l’altro – ha una propria pagina Facebook, che propone quasi quotidianamente contributi di Simone Di Stefano. Tuttavia, quest’ultimo è stato leader di Casapound, un movimento politico che si presentava come composto da fascisti del terzo millennio. Nel corso del 2019 c’è stata una profonda querelle tra questo partito e Facebook. Vista la grande ascesa del movimento nei mesi precedenti e vista la sua pervasività sui social network, l’azienda di Mark Zuckerberg aveva deciso – nelle more di un provvedimento più ampio – di oscurare le pagine di movimenti politici (anche Forza Nuova, ad esempio) estremisti di destra. Sempre in quel periodo, vennero oscurati i profili di Gianluca Iannone, presidente di Casapound, dei due vice Marco Clemente e Andrea Antonini, dell’ex segretario Simone Di Stefano, di Carlotta Chiaraluce. Ora, a distanza di anni, Simone Di Stefano ci ha riprovato, riaprendo una pagina Facebook che, nel giro di poche ore, è stata nuovamente chiusa da Facebook.



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Simone Di Stefano e la sua pagina Facebook

Nella prima parte del 2020, la battaglia legale portata avanti da Casapound nei confronti del social network di Zuckerberg ebbe i suoi frutti. Effettivamente, la giustizia italiana chiese a Facebook di riattivare il profilo di Casapound (che, attualmente, risulta essere ancora attivo). Alla luce di tutto questo, Simone Di Stefano aveva deciso di riprendere in mano il suo profilo e di riattivarlo in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Facebook, però, lo ha chiuso. Da qui, la protesta dell’esponente di Alternativa per l’Italia che ha girato un video pubblicato su Twitter (dove, invece, risulta regolarmente attivo).



«Nell’arco di 12 ore, la pagina è stata chiusa arbitrariamente dall’azienda Meta di Mark Zuckerberg, adducendo motivazioni incredibili: che io sarei una persona pericolosa, legata ad associazioni estremiste. Nei fatti, ha escluso la mia candidatura dalla sua piattaforma. Questo pone Facebook al di fuori della legge: se la mia candidatura va bene per il ministero dell’Interno e per la magistratura italiana, Facebook non può escludermi. Diverse sentenze hanno già dimostrato che Facebook non può operare in questo modo in Italia».

Occorrerà capire, adesso, quali saranno le tempistiche per l’eventuale azione legale presentata e se Facebook – memore di quanto accaduto in passato – potrà riammettere Di Stefano sulla sua piattaforma.