I vergognosi insulti a Simona Bonafè che aveva scritto di essere in salvo durante l’attentato a Strasburgo
12/12/2018 di Redazione
Simona Bonafè si trovava a Strasburgo quando c’è stato – in contemporanea – l’attacco al mercatino di Natale, in cui sono morte 3 persone e ne sono rimaste ferite 12. Per lunghi tratti, è stata una delle fonti principali per la stampa italiana per descrivere attentamente quello che stava succedendo nelle strade della città francese, sede del Parlamento Europeo.
La testimonianza di Simona Bonafè su Strasburgo
Simona Bonafè è eurodeputata del Partito Democratico e si trovava lì dopo aver chiuso una sessione plenaria dell’istituzione europea. Stava cenando in un ristorante, quando le è stato chiesto – insieme ad altri colleghi e agli altri presenti all’interno del locale – di stare giù, sotto al tavolo, al buio. Per scongiurare, ovviamente, qualsiasi azione avventata o pericolosa.
Siamo da più di un’ora sotto al tavolo di un ristorante al buio. Fuori vediamo le luci della volante della polizia. Non so dirvi altro, per il momento
— Simona Bonafè (@simonabonafe) 11 dicembre 2018
Dopo qualche ora, la Bonafè ha descritto il momento dell’evacuazione dall’area, rassicurando tutti sulle sue condizioni di salute e su quelle delle altre persone che si trovavano con lei.
La polizia ci sta scortando a piedi fuori dal centro della città. È stato terribile. Il mio pensiero va alle vittime e ai feriti.
— Simona Bonafè (@simonabonafe) 11 dicembre 2018
Simona Bonafè e gli attacchi subiti
Tuttavia, sui social network, non sono mancati gli insulti alla Bonafè, frutto di un estremismo politico d’altri tempi. Il solo fatto di essere eurodeputata del Partito Democratico, infatti, ha autorizzato diversi utenti (per la maggior parte con le stellette e le bandierine italiane nel nickname del loro profilo Twitter) ad attaccarla in maniera vergognosa. Alcuni di questi insulti sono stati riportati all’interno di un articolo di Next Quotidiano.
«La polizia scorterà anche le bare delle persone che, a differenza tua, non avevano la scorta?» – scrive un utente di Twitter che nel nick name ha anche l’hashtag #CasaPound. «Il mio pensiero va a tutti gli stronzi imigrazionisti che continuano a dire che l’islam è una religione di pace!» – scrive un altro. L’ennesimo utente, poi, ha scritto: «alle deficienti come te che hanno favorito questa situazione accoglienza e integrazione, scema che non sei altro».
Insomma, non si prende in considerazione il fatto che la Bonafè sia una donna che si è trovata a vivere un dramma internazionale, ma la si attacca in virtù del suo status e in virtù di presunti privilegi di cui avrebbe goduto all’interno della situazione. Atteggiamenti davvero meschini.
FOTO: ANSA/MAURIZIO DEGLINNOCENTI