Il viceministro Sileri difende Zangrillo per la dichiarazione sul «virus clinicamente morto»

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E annuncia il suo ritorno al San Raffaele nel 2023

Alla fine di questa legislatura, prevista per il 2023, segnerà anche l’abbandono della politica da parte di Pierpaolo Sileri. Il viceministro alla Salute, in un’intervista rilasciata a Libero Quotidiano, ha detto che in quella data tornerà a fare il medico chirurgo all’Ospedale San Raffaele di Milano, nosocomio in cui vinse il concorso nel 2016. Oltre a questa comunicazione – personale e di servizio – Sileri difende Zangrillo (che, a questo punto, tornerà a essere un suo collega di lavoro) dalle critiche ricevute per quella dichiarazione sul virus clinicamente morto.



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«Criticato da chi non ne capisce, Zangrillo è un anestesista – ha detto Pierpaolo Sileri -. Ha usato un’espressione infelice ma molti degli addetti ai lavori hanno capito benissimo che cosa intendesse: che il virus non arrivava più in terapia intensiva. Ora sì, il virus circola, più persone rischiano di andare in terapia intensiva. Ma ci sono differenze. Durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così». Secondo il viceministro, dunque, le parole usate dal primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare del San Raffaele di Milano, erano riferite a quel determinato momento storico, quando il virus sembrava aver allentato la sua morsa sull’Italia.



Sileri difende Zangrillo dalle critiche per il «virus clinicamente morto»

Oltre a Sileri difende Zangrillo, il viceministro non usa mezzi termini per parlare anche degli altri scienziati che – quotidianamente – si avvicendano in trasmissione televisive o interviste su radio e giornali: «Hanno punti di vista personali differenti ma anche rivalità accese. Le parole di Zangrillo sono state strumentalizzate. Mi sembra che a volte molti miei colleghi in camice utilizzino la tv per sfide e scopi personali».

(foto di copertina: da Piazzapulita, La7)