Crisanti sconsiglia il canto a scuola: «Una persona può infettarne 50»

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Il docente all'Università di Padova spiega i rischi

Non si può cantare a scuola. O meglio, gli esperti sconsigliano la pratica, soprattutto in virtù del fatto che è molto utilizzata nelle scuole dell’infanzia e nelle elementari (i conservatori hanno chiaramente un regime diverso e degli spazi idonei dove si può comunque insegnare canto in sicurezza). Il coronavirus, infatti, si può diffondere in maniera più semplice attraverso il canto (e in generale quando si parla a voce alta) perché le goccioline hanno una forza espansiva maggiore.



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Si può cantare a scuola? Il consiglio di Crisanti

Andrea Crisanti, che ha avuto un ruolo importante di consulenza nell’individuare delle linee guida per la ripresa delle attività scolastiche, ha espresso questo pensiero nel corso della trasmissione Agorà in onda questa mattina: «Ci sono degli studi negli Stati Uniti – ha detto il docente dell’Università di Padova – che hanno dimostrato che una singola persona, nel contesto del canto, può anche infettarne cinquanta».



Un rischio che, per una attività complementare della didattica, può essere tranquillamente evitato. Andrea Crisanti, sempre nella giornata di ieri, ha illustrato alcune proiezioni relative al contagio da coronavirus nelle scuole. Secondo il docente universitario, infatti, quando un ragazzo dovesse risultare positivo, sarebbe necessario effettuare almeno 100-150 tamponi all’interno dell’istituto scolastico frequentato.

«Per poter cantare in sicurezza, nessuno sa quale sia la distanza adatta. Le goccioline hanno un raggio d’azione di due metri e con il canto aumenta ancora di più. Sicuramente le mascherine possono aiutare, ma il canto è senza alcun dubbio un fattore di rischio aumentato».