La sfida del turismo post pandemia

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Una volta che l'emergenza coronavirus sarà rientrata il settore del turismo dovrà cambiare per adattarsi alle nuove esigenze dei clienti

Rilanciare e rifondare il turismo, uno dei settori trainanti dell’economia italiana. Sono queste lesfide che aspettano gli attori del travel non appena sarà passata l’emergenza coronavirus. Il settore dei viaggi è stato sin da subito quello più colpito dalla crisi sanitaria, sociale ed
economica che ha investito non solo l’Italia ma il mondo intero, quello che ha subito e che subirà le perdite più ingenti derivanti anche dal propagarsi dell’epidemia nei Paesi esteri.



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È inutile far finta di nulla, fino a che non ci sarà un vaccino saremo in un limbo e saremo soggetti a limitazioni più o meno importanti che incideranno sicuramente sulle nostre scelte di viaggio anche quando saremo liberi di muoverci per il nostro Bel Paese. Cambieranno le priorità dei viaggiatori e le aziende turistiche dovranno essere pronte a soddisfarle sin da subito per cercare di salvare il salvabile per questo 2020 che comunque andrà sarà sicuramente da dimenticare. Ma come? Rimboccandosi subito le maniche e gettare sin da ora le basi per la ripartenza, tenendo ben presente che la diminuita capacità di spesa turistica porterà a scegliere con prudenza i viaggi.



Come far tornare le persone a viaggiare?

Per prima cosa bisogna sfruttare al meglio il lockdown per riorganizzare la mission aziendale, e far percepire ciò che li distingue dai competitor. Perché il cliente dovrebbe scegliere quella struttura o quel vettore rispetto a un altro? Un discorso che va oltre il prodotto e la tariffa. L’acquirente cercherà sempre di più l’esperienza sia dentro la struttura che nella destinazione, e ricercherà alti standard igienici che non tutti saranno in gradi di proporre. Questo è inoltre il momento giusto per fare formazione ai dipendenti, per migliorare l’organizzazione aziendale e rivedere completamente il valore da trasmettere ai propri clienti, perché il cliente non avrà più bisogno di un prodotto “asettico” ma ricercherà un valore. Proprio il valore aziendale da trasmettere e la relazione diretta e personale con il cliente faranno la differenza. Il cliente dovrà essere più che mai coccolato e rassicurato, anche per quanto riguarda i termini di cancellazione che dovranno essere il più possibile flessibili. Le strutture e le destinazioni dovranno lavorare a braccetto, perché la valorizzazione della destinazione apporterà indubbiamente benefici economici a tutto ciò che le ruoterà intorno: hotel, ristoranti, bar, musei e attività. Non dimentichiamo che il turismo ha un impatto trasversale che si estende a tanti settori dell’economia.

I traverl influencer post coronavirus

A proposito di destinazioni, la questione sanitaria sarà fondamentale, e molto probabilmente saranno i territori reputati “più” sicuri a beneficiare di flussi turistici più ampi, e anche in questo caso la comunicazione giocherà un ruolo fondamentale, una comunicazione che non potrà prescindere dall’utilizzo dei blogger e dei travel influencer che – volenti o nolenti – saranno utilissimi per uno storytelling emozionale, diretto e meno istituzionale. Ispirare sicurezza sarà la sfida principale che si troveranno ad affrontare le destinazioni e di conseguenza le strutture. Resilienza, ovvero la capacità di adattarsi ai cambiamenti senza subire pesanti ripercussioni, sarà la parola d’ordine che tutti gli attori del settore turistico dovranno avere come mantra per i mesi che verranno.



(Immagine copertina da Pixabay)