Serena Grandi condannata a due anni per il fallimento del suo ristorante

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La sentenza di primo grado sul crac della sua azienda che controllava il locale dell'attrice a Rimini

Durante le sue interviste e ospitate televisive si è sempre difesa dalle accuse, ma per i giudici di Rimini Serena Grandi è colpevole del crac della sua azienda. Per questo motivo, secondo la sentenza di primo grado, l’attrice emiliana è stata condannata alla pena di due anni e due mesi di reclusione. La vicenda ha origini lontane nel tempo, ma solo ora si è arrivati al primo pronunciamento da parte della magistratura: Serena Grandi condannata. Ora si dovrà attendere la sentenza in Appello.



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Le indagini della magistratura sono partite nel lontano 2014, quando alcuni dipendenti del suo ristorante – La Locanda di Serena, a Borgo San Giuliano – l’avevano denunciata per il mancato pagamento degli stipendi. L’inchiesta è andata avanti, coinvolgendo la ‘Donna Serena srl’, società dell’attrice che controllava quel locale. E Serena Grandi (al Secolo Serena Faggioli) era la rappresentante legale della sua azienda.



Serena Grandi condannata per il crac della sua azienda

Secondo l’accusa, confermata dalla sentenza di primo grado del Tribunale di Rimini, Serena Grandi condannata perché avrebbe sottratto i libri contabili della sua azienda e aveva distratto alcuni beni strumentali utilizzati all’interno del suo ristorante a Borgo San Giuliano. Poi il fallimento e la bancarotta del suo locale e della sua aziende. E il successivo processo penale che è arrivato alla prima sentenza.

La storia della Locanda di Serena

Quel ristorante ebbe vita breve. Dopo aver preso parte al film premio Oscar ‘La Grande Bellezza’, Serena Grandi decise di entrare nel mondo della ristorazione aprendo il proprio locale. Era il 2013, ma dopo il successo iniziale ci fu un netto declino. Problemi economici e stipendi non pagati. Poi il crac della società controllante, di cui l’attrice bolognese aveva la rappresentanza legale, e la condanna in primo grado a due anni e due mesi.



(foto di copertina: da profilo Instagram di Serena Grandi)