Sapete che migliaia di persone su Facebook credono di guarire con le sequenze numeriche?

Si fa riferimento a teorie parapsicologiche, ma bisogna essere chiari: non funzionano

08/02/2021 di Gianmichele Laino

Ci sono due modi per affrontare il problema delle sequenze numeriche sui social network. Il primo è quello utilizzato da una testata come Greenme, che rappresenta uno dei bacini di utenza più importanti per l’informazione online, che ne parla in modo neutro e acritico. L’altro modo, invece, è quello utilizzato da Butac che, come al solito, mette le cose in chiaro e specifica sin dall’inizio che non esistono modi di riparare le cose o di guarire attraverso l’applicazione di numeri a caso. Quest’ultimo approccio è fondamentale, anche perché – soltanto in Italia – il fenomeno di dar credito alle sequenze numeriche sui social network è diffusissimo. Il bacino d’utenza, conti alla mano, riguarda migliaia di persone, distribuite in vari gruppi Facebook, più o meno “ufficiali”, che – a seconda delle informazioni che vengono fornite – sono aperti o chiusi.

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Sequenze numeriche, il diffuso fenomeno sui social network: perché non va bene

Facciamo un esempio: il gruppo chiuso Sequenze numeriche e salvezza globale Grabovoi raccoglie – al momento – 10.929 persone. Ma c’è anche una versione di gruppo aperto che annovera più di 6mila partecipanti. Comprendiamo, dunque, che la portata – solo su Facebook – di questo fenomeno sia piuttosto vasta. Se consideriamo che, con una breve ricerca su YouTube, è possibile visionare anche diversi filmati sul tema (il video “SEQUENZE NUMERICHE GREGORI GRABOVOI” presenta oltre 31mila visualizzazioni), allora possiamo desumere che le sequenze numeriche sono un caso da multipiattaforma. Come non citare, infine, le centinaia di messaggi che vengono condivisi attraverso i servizi di messaggistica istantanea come WhatsApp, sotto forma di grafiche da buongiornissimo kaffèèè e similari.

Cosa sono le sequenze numeriche

È un vero e proprio mondo che si apre. Ma di cosa stiamo parlando? A quanto pare, grazie a questa opera di “divulgazione” di Grigori Grabovoi – che si presenta come dottore in matematica, di origini kazake -, molte persone sono convinte di poter ricorrere ad alcune sequenze numeriche (spesso formate da un numero variabile di cifre) per poter risolvere diversi problemi di vita quotidiana, dalla semplice riparazione di oggetti rotti, fino alla risoluzione di problemi di salute più gravi. Nei gruppi aperti, ad esempio, gli iscritti si scambiano messaggi chiedendo «la sequenza della nausea» per una gattina che non sta bene. La risposta è, ovviamente, un insieme di numeri che, tuttavia, vanno applicati «con un nastro alla gola della persona che deve accarezzare la gattina, perché la sequenza è valida per gli uomini e non per gli animali». Ma c’è anche chi crede che si possano curare problemi all’intestino o pilotare a distanza dei veicoli.

Si capisce, dunque, che queste teorie possono mettere a rischio l’incolumità non soltanto di chi ci crede, ma anche di chi sta intorno a persone che si affidano alle sequenze numeriche per risolvere problemi. Nei prossimi giorni, approfondiremo il discorso anche sulla figura di Grigori Grabovoi, ma al momento è opportuno fare una riflessione: in un momento così particolare per le sorti dell’umanità come la pandemia che stiamo attraversando, in una fase in cui la scienza è l’unica via maestra per poter risolvere la più grave crisi globale del nuovo millennio, in un momento in cui regna già abbastanza confusione sui vaccini, ha senso che un social network come Facebook continui a dare spazio pubblico al passaparola su argomenti come le sequenze numeriche?

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