Selvaggia Lucarelli torna sul confronto tra il figlio Leon e Salvini: «Dire che è razzista è citare la sua biografia»

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Nella giornata di ieri, a Milano, il 15enne figlio della giornalista era stato anche identificato dalla polizia

Le immagini hanno fatto il giro dei social network. Anche perché gli account ufficiali della Lega hanno contribuito ripetutamente. Il figlio 15enne di Selvaggia Lucarelli, Leon, si era confrontato in maniera piuttosto risoluta, ma sempre civile, con Matteo Salvini che si era recato a Milano per il suo consueto bagno di folla. Il ragazzo aveva messo in correlazione l’esperienza del leader della Lega e del governo di cui ha fatto parte lo scorso anno con il razzismo. Il confronto con Salvini ha portato la polizia a identificare lo stesso Leon, a chiedergli le generalità e a sollevare un polverone mediatico.



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Selvaggia Lucarelli: «Dire che Salvini è razzista è citare la sua biografia»

Oggi, Selvaggia Lucarelli è tornata sull’argomento dopo che, nella giornata di ieri, oltre a criticare la propaganda social della Lega – che ha pubblicato per due volte il video del figlio della giornalista -, ha anche difeso il figlio in un articolo per TPI, in cui si metteva in risalto semplicemente il coraggio delle idee di un ragazzo di 15 anni che si affaccia alla vita degli adulti e che, pertanto, sente il bisogno di affrontare anche alcune tematiche legate alla politica.



La giornalista, riprendendo un articolo del Fatto Quotidiano del gennaio 2020 che a sua volta cita una indiscrezione rilevata da Cronaca Qui, ricorda come dare del razzista a Matteo Salvini «non è insultarlo, è citare correttamente passi della sua biografia».

In base a quell’indiscrezione, infatti, si afferma che il leader della Lega – per alcuni cori di discriminazione territoriale nei confronti dei napoletani durante una festa del Carroccio a Pontida – sia stato condannato al pagamento di una multa per 5700. Selvaggia Lucarelli, dunque, risponde così a tutte le persone che stanno contestando al figlio un presunto reato di diffamazione o di ingiuria nei confronti del leader della Lega. Con un episodio della vita di Matteo Salvini a fare da testimone.