«Tra due-tre mesi potremmo dire se la Scuola Holden è stato un modello di didattica a distanza»

Un anno impensabile. C’è scritto così sulla home page del sito della Scuola Holden, nella sezione in cui si annunciano i nuovi corsi della scuola di storytelling e di narrativa fondata da Alessandro Baricco a Torino nel 2014. Anche in questo angolo d’Italia dove si ragiona di libri e del loro modo di scriverli, il coronavirus è arrivato a minare tutte quelle certezze che rendevano l’insegnamento della Scuola Holden unico al mondo. La sensazione, parlando con Savina Neirotti – ad della Scuola Holden -, è che, più che un anno impensabile, questo sia un anno da ripensare.

Savina Neirotti spiega l’anno impensabile della Scuola Holden

«È difficile avere delle certezze – dice Savina Neirotti a Giornalettismo -. Questo è il momento di prendere decisioni e di creare un assetto agile: bisogna trasformare le difficoltà in opportunità. La Scuola Holden ha sempre proposto corsi biennali e un corso di laurea triennale. Non aveva mai proposto, ad esempio, un corso annuale, né un corso aperto a tutte le età. Ora, abbiamo rovesciato questo principio e abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo».

E allora si parte da quelli che possono essere considerati punti in comune tra il prima e il dopo. La didattica fluida, ad esempio: «Per noi è stato meno difficile cambiare, forse perché non abbiamo mai avuto dei programmi scolpiti nella pietra. Spesso comunichiamo ai nostri alunni gli orari delle lezioni 15 giorni prima del loro svolgimento. Questa cosa verrà potenziata maggiormente. Inoltre, non vogliamo perdere il contatto fisico con gli alunni: la nostra è una scuola che si basa molto anche sull’ambiente, sullo scambio dal vivo. Certo, la presenza verrà integrata molto con l’online, ma il nostro obiettivo sarà quello di passare agilmente dall’online all’offline. Avevamo sempre avuto classi di 18-22 alunni, adesso le ripenseremo: stiamo organizzando corsi per gruppi da 10 persone».

La didattica a distanza e il ruolo della Scuola Holden

Nell’epoca del distanziamento sociale, tuttavia, il contatto fisico non può essere l’unica soluzione. Ecco perché, quindi, la Scuola Holden sta pensando anche a un altro modo di fare didattica. Personalizzandolo, ovviamente, com’è nel suo stile. «L’online – dice Savina Neirotti – può avere anche i suoi vantaggi. In queste prime settimane abbiamo capito come utilizzarlo e abbiamo sottolineato questa sua potenzialità: la Scuola Holden ha molti docenti, grazie a questa modalità di insegnamento potremmo permettere ad alcuni nomi di rilievo internazionale di svolgere le proprie lezioni online».

Ecco allora che torna d’attualità il tema tanto dibattuto della didattica a distanza. In Italia la riflessione si impone: è davvero all’altezza dell’offerta formativa quella che la scuola di ogni ordine e grado, in questo momento, riesce a dare? Scuola Holden potrebbe rappresentare un modello da seguire, uno stimolo in più al mondo della formazione in Italia. «A questa domanda, forse, potremo rispondere tra un paio di mesi. All’inizio dell’emergenza abbiamo innanzitutto pensato a cosa cambiare nella nostra didattica. Dunque, c’è stata una fase di grande urgenza in cui è stato necessario ricorrere agli strumenti più rapidi per una didattica a distanza. Nelle due-tre settimane successive, abbiamo raccolto dei feedback per ragionare sugli strumenti che più ci stanno aiutando da questo punto di vista. Magari potremo dare il nostro contributo a modificare i concetti di didattica a distanza in Italia, magari no. Quello che ci è sembrato subito chiaro è che fare sei ore di fila su Zoom è una follia e che, da questo punto di vista, l’intuito e la creatività dei docenti sono molto importanti per migliorare la didattica a distanza».

Spazio dunque a degli strumenti personalizzati: sarà la didattica online ad adattarsi alla Scuola Holden e non viceversa. Google Classroom sarà uno strumento fondamentale, ma ci sarà spazio anche per integrare altre piattaforme già esistenti. Le lezioni online dei docenti, inoltre, potranno essere registrate negli ambienti conosciuti delle aule della Scuola, avvalendosi della cosiddetta ‘messa in scena Holden’, ma ci sarà spazio anche per lezioni registrate da casa. In questo anno impensabile, poi, la Scuola ha deciso di rivedere i suoi costi: «Il denaro in circolazione sarà inferiore per tutti e gli scenari economici, al momento, sono piuttosto pessimistici – ci racconta Savina Neirotti -. Le persone avranno meno possibilità economiche e di questo dovremo tenere conto. Il nostro era un atto dovuto: abbassare i costi senza rinunciare alla stessa qualità della Scuola Holden».

Tutto pronto a livello organizzativo, quindi. Ma la Scuola dovrà offrire risposte anche sulla direzione che prenderà la narrativa nei prossimi tempi e su come il coronavirus influenzerà i nuovi lavori: «Ci sono due suggestioni per quanto mi riguarda – conclude Savina Neirotti -. Da un lato questo momento per molti scrittori è un momento di blocco, di non desiderio di scrivere. Forse perché prevale l’osservazione. Si possono senz’altro descrivere le tragedie, ma per farlo bisogna per prima cosa allertare i sensi. La seconda suggestione è che, anche leggendo tre racconti di 3000 battute che ho ricevuto in questi giorni, ho capito che il modo di scrivere di questo periodo non sarà quello del diario intimistico: non avremo soltanto contenuti nuovi, ma anche forme nuove di narrazione».

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