Il consigliere comunale della Lega che paragona la scuola ai campi di concentramento

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Claudio Ticci ha condiviso una foto postata dallo scrittore e speaker radiofonico Marcello Pamio

Criticare e contestare idee è il simbolo della democrazia, ma ci sono alcuni simboli di una storia passata – che dovrebbe solamente essere studiata, capita e rispettata – per portare avanti le battaglie contro l’opposta fazione politica sembra essere un atteggiamento a cui alcuni esponenti sono ancora allergici. E così accade che il consigliere comunale della Lega a Borgo San Lorenzo – Claudio Ticci – decida di condividere sulla propria bacheca Facebook un post – già pubblicato da uno scrittore e speaker radiofonico – in cui si parla di scuola come Auschwitz. L’immagine mutua la scritta all’ingresso del campo di concentramento per sostenere la propria contrarietà alle separazioni in plexiglass nelle classi in vista della riapertura di settembre.



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Come detto, la contestazione di un’idea – che ancora non è realtà ma è frutto di una indicazione fatta dal comitato tecnico scientifico sulla riapertura della scuole a settembre, con il tutto che dovrà ancora essere discusso – che ha provocato molte reazioni è legittima: quella di compartimentare i banchi (e gli alunni) con pannelli di plexligass tra i banchi. Poi, però, si finisce per cadere in paragoni storici da evitare.



Scuola come Auschwitz, il paragone postato dal consigliere leghista

«Questo è un consigliere comunale della Lega a Borgo San Lorenzo, provincia di Firenze. Paragona la scuola secondo questo governo, al campo di Sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove furono gasate e poi bruciate circa 1,2 milioni di persone per la sola colpa di essere nati. Ebrei, Sinti, Rom, omosessuali, Testimoni di Geova, disabili, oppositori dei regimi, prigionieri di guerra – scrive Emanuele Fiano (PD) -. Come può una mente sana paragonare questo alla scuola? Come può un Partito permettersi di farsi rappresentare da costui? È in corso una banalizzazione della storia, anche la più tragica, che ci farà male, e tanto. Non abbiamo educato abbastanza, non abbiamo spiegato abbastanza, non abbiamo studiato abbastanza. Abbiamo una generazione davanti non sempre o non tutta consapevole che il male esiste e può sempre tornare».



(foto di copertina: da pagina Facebook di Claudio Ticci)