I Tg regionali della Rai si preparano allo sciopero

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Il problema è rappresentato dalla chiusura, annunciata, dell'edizione della notte della TGR

Se gli scioperi dei giornalisti della Rai hanno sempre fatto registrare un grande impatto (si sono scelte diverse formule, dal ritiro delle firme, fino all’astensione dal lavoro che ha impattato sui palinsesti, fino alle famose partite di calcio senza telecronaca), l’elenco potrebbe arricchirsi con lo sciopero TGR nei prossimi giorni. Le sedi regionali, da sole, raramente hanno portato avanti una mobilitazione così compatta, ma – a quanto pare – potrebbero trovare unità d’intenti, e avviare lo sciopero dopo le riunioni seguite alla notizia della chiusura dell’edizione della notte (quella in onda all’interno della trasmissione di Raitre Linea Notte), anticipata da Repubblica e confermata dall’ad Carlo Fuertes in commissione di Vigilanza.



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Sciopero TGR, le prossime tappe

Una notizia che ha fatto scattare in piedi l’informazione regionale del servizio pubblico. Nell’autunno scorso, c’era stata l’illusione di un rafforzamento delle sedi locali della Rai – un presidio importante, in un contesto unico in Italia -, con l’assegnazione di 90 nuovi posti per i giornalisti. Un anno dopo, la logica sembra essere sovvertita: se c’è un assetto da cui partire per i tagli in Rai, a quanto pare, è proprio quello dell’informazione locale. La decisione è stata motivata dai bassi indici d’ascolto del TGR della notte (uno share complessivo che si aggira intorno al 5%).



Sul banco degli imputati finisce anche il direttore delle edizioni regionali, Alessandro Casarin. I rappresentanti dei giornalisti della Rai si sono chiesti se fosse stato a conoscenza della decisione dei vertici di dare una sforbiciata a una delle edizioni da lui dirette e se avesse protestato per questo o accettato passivamente quanto affermato dai piani alti di viale Mazzini. In ogni caso, mercoledì sarà una giornata decisiva, dal momento che i cdr della Rai si riuniranno. Con queste premesse, la soluzione dello sciopero – che, tra l’altro, vede l’appoggio anche di tutti i governatori regionali, trasversalmente e bipartisan – sembra l’unica praticabile.