Save the children denuncia la situazione delle mamme italiane, peggiorata con l’emergenza Covid

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Essere mamme italiane è difficile già in periodi normali, con la crisi Covid lo è diventato ancora di più: il rapporto di Save the children

La situazione delle mamme italiane – già poco supportate rispetto a quelle del resto d’Europa in tempi normali – è peggiorata con l’arrivo del coronavirus. Lo dice un rapporto di Save the children dal titolo “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2020” che è stato diffuso oggi e che analizza non solo la situazione di mamme e neo mamme ai tempi del coronavirus, ma quella generale. Cosa ne emerge? Che il carico del lavoro domestico è impari, che lavorare fuori casa diventa un lusso e che durante la crisi da coronavirus sono più le mamme che hanno risentito del peso dei lavori domestici e della cura dei figli che aumenta rispetto a quelle che hanno sofferto il lockdown.



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Con il Covid aumento del carico di lavoro domestico per il 74% delle donne

Save the children, risultati del rapporto alla mano, invita il governo a non dimenticarsi di mamme e neo mamme nel decreto Rilancio. I dati raccolti su un campione di oltre mille madri parlano chiaro sulla difficoltà di essere madri in Italia, «una difficoltà acuita dall’emergenza coronavirus». Nelle famiglie che maggiormente sono a rischio povertà la cura della casa e dei figli ricade sulle spalle delle madri e il supporto dei padri viene a mancare: il 51,7% deve occuparsi da sola dei figli, il 50,3% deve fare la spesa da sola; a questo si aggiunge la quasi totale esclusività femminile per mansioni come pulire casa e lavare i vestiti (l’80,2%) e cucinare (per il 70,5%). In particolare, con la crisi sanitaria da coronavirus le madri hanno vissuto l’isolamento forzato patendo la lontananza dagli affetti (21,7% ), le limitazioni delle attività legate al benessere personale (15,4%); in particolare, la fatica della cura dei figli minori (14%) ha prevalso sul disagio causato dall’isolamento forzato (13,9%) e sulla paura di ammalarsi (11,3%). Sono comprensibilmente acuiti anche i problemi economici – per l’8% delle madri -, i conflitti in casa – per il 6,7% delle intervistate – e il rischio di essere licenziate (6,3%).



Cosa vuol dire essere madre in Italia

Stando all’analisi di Save the children, attualmente 6,2 milioni di mamme hanno almeno un figlio minorenne. L’età media del primo parto continua a crescere, arrivando a 32,1 anni nel 2019, il dato più alto in Europa. Tra loro, tantissime devono rinunciare alla carriera professionale, come si evince dai dati sull’occupazione: tra i 25 e i 54 anni solo il al 57% di chi è madre risulta occupato rispetto all’89,3% di chi è padre. Anche la rete di prima infanzia non fornisce sufficiente aiuto alle madri, considerato che solamente il 24,7% dei bambini frequenta servizi socio-educativi per la prima infanzia. Anche per quanto riguarda la modificazione della propria vita lavorativa quando si diventa genitori, in particolar modo la riduzione delle ore lavorative, riguarda il 18% delle donne e solo il 3% degli uomini.

 



Le regioni in cui è più facile essere mamma

Dal rapporto emerge come ci siano regioni in cui è più semplice essere madri, poiché c’è più assistenza, e regioni che – per contro – lasciano le donne a se stesse. In particolare l’analisi è basata su 11 indicatori, tutti nell’ambito di cura, lavoro e servizi. Le regioni del Nord tendono maggiormente a fornire aiuto alle madri, mentre quelle del Sud mettono le donne in difficoltà quando si tratta di trovare un equilibrio. Al primo e secondo posto in classifica ci sono le Province Autonome di Bolzano e Trento, l’Emilia-Romagna al terzo. Fanalino di cosa sono Sicilia – all’ultimo posto -, Campania e Calabria.

(Immagine copertina da Pixabay)