Sansonetti su Stato-mafia: «Per bilanciare Report, una puntata con Paolo Liguori»

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Il direttore del Riformista ritiene che ci sia stato un caso di "giornalismo spazzatura"

Il direttore de Il Riformista Pietro Sansonetti ha deciso di commentare, nel suo editoriale di oggi, la puntata di Report sul processo Stato-mafia che è ancora in corso di svolgimento, in una delle sue tante diramazioni. Le parole e i termini impiegati da Sansonetti, tuttavia, non sono stati affatto lusinghieri e il suo editoriale è stato corredato da un titolone a tutta pagina in cui si parlava esplicitamente di «giornalismo spazzatura». Sansonetti su Stato-mafia e il modo di raccontarlo di Report ha espresso più di una perplessità, che proviamo a sintetizzare.



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Sansonetti su Stato-mafia, il suo editoriale

Secondo Sansonetti, le varie fasi dei processi sulla presunta trattativa tra Stato italiano e mafia, con i relativi attentati e le azioni criminose che si sono verificate a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, hanno già ampiamente dato modo di pensare che questa trattativa, in realtà, non ci sia stata. Una posizione completamente opposta, invece, è quella di Report che – sulla base di rivelazioni di pentiti – ha espresso un’idea molto decisa sull’esistenza di un accordo tra lo stato italiano e la criminalità organizzata.



Ma secondo il direttore del Riformista, questo tipo di visione non è stato altro che un tentativo di «strattonare» la giuria popolare che dovrà decidere sul merito dei fatti esaminati dal processo in corso. Dunque, per Sansonetti ci sono due questioni fondamentali da sollevare: la posizione del Csm nei confronti dei suoi rappresentanti (tra cui Nino Di Matteo) che hanno partecipato alla trasmissione Report e la posizione della Rai che dovrebbe giustificare la messa in onda di una puntata così decisa sulla ricostruzione dei fatti legati alla presunta trattativa Stato-mafia.

«Io credo – chiude il direttore – che sarà necessario imporre alla rai una trasmissione di riparazione, da organizzare prima della sentenza e da affidare a un giornalista serio, indipendente e preparato. Propongo Paolo Liguori».