La risposta del governo all’inchiesta del Tempo sul «San Giuseppi Hospital» a Palazzo Chigi

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Le forniture sanitarie, secondo Palazzo Chigi, sono sempre state effettuate

Secondo Palazzo Chigi le forniture sanitarie per il presidio medico che si trova in prossimità di Palazzo Chigi sono sempre state effettuate e nulla avevano a che fare con l’attuale emergenza sanitaria. Con una lunga nota, la presidenza del Consiglio ha risposto all’inchiesta del quotidiano Il Tempo (denominata San Giuseppi Hospital) che, da qualche giorno, stava mettendo enfasi su alcune ordinazioni di materiale sanitario, comprese anche mascherine e gel igienizzante, che Palazzo Chigi avrebbe fatto a ridosso dell’emergenza sanitaria.



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San Giuseppi Hospital, la risposta di Giuseppe Conte al quotidiano Il Tempo

L’inchiesta, denominata con l’appellativo ironico di San Giuseppi Hospital, parla del fatto che il presidio sanitario costituito sin dal 1994 a Palazzo Chigi sia «il più fornito di Italia, in questi giorni, dotato di ogni arma fin qui conosciuta per proteggersi dal coronavirus». La presidenza del Consiglio nega che presso gli uffici vi sia una vera e propria struttura ospedaliera così come viene immaginata dal lettore e cerca di ricostruire i passaggi che hanno portato alla fornitura di materiale sanitario.



«In realtà – si legge nella nota di Palazzo Chigi -, il presidio sanitario dislocato a via della Mercede è operativo dal lontano 1994, ed è stato pensato e posto a servizio di tutti i lavoratori distribuiti nelle 15 sedi, nonché delle varie autorità di riferimento.
Il presidio sanitario ha sempre avuto in dotazione strumenti e attrezzature sanitarie varie, tra cui defibrillatori, bombole di ossigeno, camici monouso di comune impiego e così via.
Questi strumenti e queste attrezzature debbono essere ordinariamente manutenuti e, se necessario, sostituiti, in base a specifiche disposizioni di legge.
Gli acquisti di cui si ragiona negli articoli, riguardanti bombole di ossigeno, defibrillatori e camici sono stati effettuati nel quadro di una “ordinaria programmazione” dei fabbisogni del presidio sanitario della Presidenza del Consiglio dei ministri, che non ha nulla a che vedere con questa fase di emergenza.
Lo dimostra il fatto che la data della determina di approvvigionamento (primo atto della procedura negoziale) risale al 14 novembre 2019, a fronte di una richiesta della responsabile dell’Ufficio sanitario del luglio 2019. La mera consegna, invece, è avvenuta alcuni mesi dopo: il 25 febbraio 2020, per le bombole d’ossigeno, e il 20 marzo 2020, per i defibrillatori (queste date e tutto l’iter negoziale è documentato nel portale della trasparenza ed è quindi di immediata consultazione)».

I dispositivi sanitari del ‘San Giuseppi Hospital’ spiegati da Palazzo Chigi

Per quanto riguarda le mascherine e gli speciali dispositivi di protezione Ffp3, «c’è stata il 2 marzo 2020 – dice Palazzo Chigi – e ha riguardato il numero limitato di 500 mascherine del tipo FFP3, che a tutt’oggi non sono state ancora consegnate al presidio sanitario». Sul gel igienizzante, invece, sono state eseguite le richieste fatte dal ministero della Pubblica Amministrazione, che ha invitato gli uffici pubblici a dotarsi di questi materiali, nel rispetto delle regole di igiene e distanziamento sociale.

Dallo scorso 12 aprile, Il Tempo ha pubblicato una serie di articoli che hanno messo in evidenza le ordinazioni e le gare d’appalto effettuate per l’acquisizione di materiale sanitario. La teoria portata avanti dal giornale è che mai prima d’ora ci sia stata una così grande richiesta da parte di Palazzo Chigi di questo tipo di materiale e che la rapidità con cui sono state avviate queste ordinazioni avrebbe inciso sulla disponibilità di questo stesso materiale anche in situazioni di emergenza più complesse rispetto a quelle affrontate a Palazzo Chigi.