La visione di Salvini che dice: «Non mi interessa avere un Paese digitalizzato e green senza figli»

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Liquida così due aspetti fondamentali del Pnrr che il suo partito, al governo, dovrebbe tutelare

È importante affrontare, tra i temi di una testata come Giornalettismo, anche il modo con cui la politica parla di digitalizzazione. Bene, quello a cui abbiamo assistito oggi non è esattamente lo specchio della salute. Matteo Salvini, oggi, è intervenuto – insieme ad altri segretari di partito come Giuseppe Conte o Enrico Letta – al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Tra le altre cose, ha parlato anche della sua visione di futuro.



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Salvini su digitalizzazione e bambini, nell’Italia tra trent’anni

Le parole del leader della Lega, parlando del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che dovrebbe guidare il nostro Paese nell’investimento dei fondi europei del Next Generation EU, sono state le seguenti: «Tra 30 anni, non mi interessa avere un Paese digitalizzato e green, ma senza figli». La frase è stata la chiusura di un ragionamento sull’importanza e la centralità della vita umana e del calo demografico in Italia.



Al di là della platea e del contesto particolarmente sensibili al tema, bisogna capire che tipo di visione ci sia dietro a un’affermazione del genere. Perché stabilire una questione di priorità che metta in secondo piano due tematiche importanti come il green e il digitale? Perché, soprattutto, non comprendere che un Paese digitalizzato e verde possa in qualche modo essere un background necessario per risolvere il problema della denatalità e non il contrario?

Ma soprattutto: che garanzia si può avere, se il leader della Lega parla così, in merito alla realizzazione di due punti così strategici e cruciali nel Pnrr? La sensazione è che vedere l’Italia come un Paese digitalizzato e green sia ancora una sorta di orpello stilistico e non una vera necessità che incentiva l’economia, il lavoro e il benessere sociale. Malissimo, se consideriamo che il partito di Matteo Salvini siede allo stesso tavolo del presidente del Consiglio Mario Draghi.