Non è affatto “roba da matti”, come twitta compulsivamente Matteo Salvini sui vaccini ai detenuti. Si tratta semplicemente di una misura di civiltà. E, soprattutto, non è un qualcosa che si verifica – come se fossero una sorta di zona franca – soltanto nelle regioni guidate dal centrosinistra come il Lazio e la Campania. Nella giornata di ieri, il leader della Lega aveva attaccato duramente Nicola Zingaretti e Vincenzo De Luca per la loro decisione di iniziare a distribuire dosi di vaccini anche nelle carceri. In particolare, il presidente della regione Lazio – dove tra qualche giorno arriverà anche il vaccino Johnson&Johnson – aveva garantito che questa tipologia di vaccino sarà impiegato nelle carceri.
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Invece, Matteo Salvini ha approfittato di questa notizia per fare benaltrismo e per diffondere informazioni scorrette. Il leader della Lega, infatti, ha dichiarato: «Lazio e Campania vogliono vaccinare i detenuti prima di anziani e persone disabili. Roba da matti!» – con tanto di tweet dell’articolo in cui Zingaretti annunciava la misura.
Lazio e Campania vogliono vaccinare i detenuti prima di anziani e persone disabili.
Roba da matti! pic.twitter.com/zcoan1Qr6a— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) April 11, 2021
Si è reso necessario – per evitare che il messaggio veicolato dal leader leghista prendesse quella direzione tipica delle fake news, che si diffondono a macchia d’olio e che sono difficilissime da arginare – l’intervento del Garante dei Detenuti del Lazio e dell’Umbria, ovvero Stefano Anastasia, che ha ricordato come le vaccinazioni nelle carceri siano iniziate a marzo in Veneto e in Lombardia. Due regioni che hanno in comune il partito di maggioranza relativa: sono entrambe amministrate da una giunta a trazione leghista.
Interpellato sul tema qualche giorno fa, il Garante Nazionale dei Detenuti Mauro Palma, addirittura indicava la Lombardia come un modello (una vera e propria novità, visti i problemi della regione non soltanto nella gestione della campagna vaccinale, ma più in generale nella comunicazione di qualsiasi dat legato alla pandemia di coronavirus): «Per le carceri – diceva Palma a Fanpage, nella settimana precedente alla Pasqua – il provveditore ha messo in campo un piano che mi dà tranquillità. Si procede istituto per istituto, considerando ogni carcere nella sua totalità. Chiunque entra a qualsiasi titolo ha diritto al vaccino, senza distinzioni: detenuti e amministrativi, polizia penitenziaria e volontari. Si cerca così di creare sacche di immunità all’interno di ambienti chiusi».
Dunque, in virtù di quale criterio se questa scelta viene effettuata da Lazio e Campania è “roba da matti”, mentre se viene fatta da Veneto e Lombardia, che hanno addirittura anticipato i tempi, si può restare in silenzio di fronte a un elettorato tradizionalmente poco tenero con i detenuti? Anche questo rientra nella sfera della disinformazione nei confronti dei cittadini.
Foto IPP/Fabio Cimaglia – Roma