L’uso di #SalviniNonMollare svela la crisi della propaganda social del ministro

Lo chiamavano La Bestia. È il software messo a punto dalla dirigenza della Lega per veicolare i messaggi della propaganda elettorale pro-Salvini. A controllarlo c’è il suo social media manager, Luca Morisi. Il suo funzionamento è semplice: se, dall’analisi dei tweet, si nota che un concetto va più forte di un altro, allora la prossima frase che Salvini pubblicherà sui social network ribadirà proprio quel concetto. Oggi, ci siamo svegliati con il trending topic italiano #SalviniNonMollare. Ma i dati di questo hashtag dimostrano proprio come il sistema di propaganda social di Matteo Salvini stia andando in crisi.

Salvini non mollare, l’hashtag che segna la crisi della propaganda social del ministro

Dopo circa 12 ore dal suo lancio, questa mattina, l’hashtag #SalviniNonMollare era stato menzionato meno di 10mila volte. Ed era stato utilizzato da meno di 600 utenti unici. Questi numeri si possono evincere sulla base delle rilevazioni del progetto, coordinato tra gli altri da Pier Luca Santoro, Data Media Hub.

Salvini non mollare e La Bestia che si è inceppata

Non solo. Oltre ai soliti riferimenti della propaganda social di Matteo Salvini che si sono prodigati a diffondere il verbo e oltre allo stesso ministro dell’Interno che lo ha utilizzato nella tarda serata di ieri, con un messaggio provocatorio («Ma quanti siete a twittare #SalviniNonMollare? Ma non andate a letto?), ci sono state tantissime persone che hanno utilizzato l’hashtag per esprimere concetti contrari a Salvini: il sentiment di quasi metà dei tweet con #SalviniNonMollare era infatti negativo.

Qualcosa, quindi, sta sfuggendo di mano. La Bestia, a quanto pare, non è più feroce come un tempo. Sarà colpa anche di questa minore incidenza sui social network se la Lega, negli ultimi sondaggi e per la prima volta dalle elezioni del 4 marzo 2018, ha arrestato la crescita dei suoi consensi?

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