Che ci sia stata una cattiva (per usare un eufemismo) gestione delle RSA in tutta Italia dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus è, purtroppo evidente. La magistratura, dopo le denunce pubbliche e l’invio degli ispettori da parte del Ministero della Salute, ha avviato le sue inchieste su quanto accaduto in diversi centri sparsi per il territorio, con il caso più emblematico – soprattutto per nome e storia – del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Ma anche dell’Ospedale di Alzano Lombardo. Indagini che dovranno chiarire le cause che hanno portato a un così alto tasso di vittime all’interno di quelle strutture. Ma per Matteo Salvini non è questo il momento di avviare quelle inchieste.
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«Penso che nessuno dei dirigenti, medici, infermieri e funzionari si aspettasse medaglie e monumenti, ma non si aspettavano neanche attacchi quotidiani, inchieste e perquisizioni con i morti ancora in corsia. Io faccio questo appello a tutta l’Italia, perché ho letto di perquisizioni in tutte le regioni: possiamo almeno aspettare che l’epidemia sia finita, che i medici abbiano finito di morire e che i pazienti abbiano finito di morire?».
“POSSIAMO ASPETTARE CHE I MEDICI ABBIANO FINITO DI MORIRE, CHE I PAZIENTI ABBIANO FINITO DI MORIRE?” Aspettiamo che muoiano tutti e poi facciamo intervenire la magistratura…ringrazio Dio che non sei tu al potere caro Salvini
pic.twitter.com/Ewv5Wl9LSW — Tizy_200481
️ (@TizyErmal200481) April 16, 2020
Il rispetto per i medici e per i sanitari – oltre che per i pazienti morti durante questa emergenza sanitaria – sta proprio nell’assunzione di eventuali (perché ancora siamo nelle fasi iniziali di queste inchieste, anche se già alcune evidenze sono saltate fuori) responsabilità dietro alcuni decessi. Il rimandare a domani non ha molto senso anche perché il lavoro degli inquirenti non intralcia quello dei medici. Si tratta di capire se qualcuno ha commesso errori e quali siano queste scelte improvvide fatte. Non aspettare che «medici e pazienti abbiano finito di morire».