Il leghista Borghi paragona il trattamento (virtuale) riservato a Salvini da Lilli Gruber all’omicidio di George Floyd

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Parla di ginocchio sul collo per il leader della Lega

Se voleva fare ironia non ci è riuscito. Il deputato della Lega, Claudio Borghi, ha pubblicato sul proprio attivissimo profilo Twitter un post poco dopo il termine della puntata di Otto e Mezzo andata in onda martedì sera su La7. La conduttrice Lilli Gruber e l’ospite in collegamento, Marco Travaglio, hanno parlato di quanto accaduto durante la manifestazione di Roma organizzata dal Carroccio, da Fratelli d’Italia e Forza Italia in piazza del Popolo e via del Corso. Le critiche (come spesso accade nel programma) non sono mancate, ma quel paragone di Salvini come George Floyd, l’afroamericano ucciso la scorsa settimana a Minneapolis, era senza dubbio evitabile e fuori luogo.



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«Appena Salvini ha provato a tornare dove lui vuole essere, ovvero fra la gente, in TV è ripartito il solito plotoncino. In particolare mi hanno riferito che ad Otto e Mezzo Lilli (Gruber, ndr) e Marco (Travaglio, ndr) in sua assenza hanno subito cominciato a tenergli (virtualmente) il ginocchio sul collo…». Questo è quanto scritto martedì sera – e ancora presente sul suo profilo Twitter – dal leghista Claudio Borghi.



Salvini come George Floyd, l’assurdo paragone del leghista Borghi

Criticare le prese di posizione di una parte della stampa è legittimo e sacrosanto. Si tratta del principio che sta alla base delle democrazia. Su questo, dunque, Claudio Borghi può anche avere ragione e la sua versione dei fatti resta un titolo puramente persone, ma condiviso dai suoi elettori della Lega. Andare a utilizzare quel paragone – troppo azzardo per essere inserito nel capitolo delle provocazioni – di Salvini come George Floyd (seppur virtualmente) rappresenta una mancanza di rispetto nei confronti di un uomo ucciso in circostanze che hanno portato a enormi manifestazioni di piazza.

(foto di copertina: da profilo Instagram di Matteo Salvini + Tweet di Claudio Borghi)