Le due facce di Salvini: dal «blindiamo i confini» del 22 febbraio al «riaprire tutto» di ieri | VIDEO

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I cambi di prospettiva sull'emergenza coronavirus in meno di una settimana

Cambiare idea è legittimo. Anzi, un vecchio detto spiegava che solo gli stupidi non cambiano mai idea. Le dure prese di posizione di Matteo Salvini dei giorni scorsi contro il governo, con video social in cui chiedeva (quasi gridando) la blindatura dei confini italiani, sono svanite come una bolla di sapone. Soppiantante da una sorta di spot ‘turistico’, a mo’ di Pro Loco nazionale, in cui si invita il mondo intero a venire in Italia, perché è il Paese più bello del mondo. Insomma, dopo l’allarmismo arriva la richiesta affannosa di turisti.



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Un doppio volto, non di giolittiana memoria, nel breve volgere di cinque giorni. Partiamo dal 22 febbraio quando, in una diretta Facebook, Matteo Salvini disse: «Blindiamo, sigilliamo i nostri confini. È meglio controllare adesso che piangere dopo. Con chi se la prenderanno i fenomeni della sinistra, giornalisti compresi? Con Salvini? Con gli sciacalli? Con gli allarmisti? Con i fascioleghisti? Controllare chi entra e chi esce. Blindare, sigillare i confini».



Salvini ha cambiato idea sul blindare i confini

Parole dure dopo le notizie che arrivavano da Codogno con i primi casi di contagio da Coronavirus e le prime vittime nella zona del Lodigiano. Poi, però, solo cinque giorni dopo la svolta con un video pubblicato sempre sui suoi canali social in cui fa uno spot turistico all’Italia, invitando i cittadini di tutto il Mondo a visitare le nostre meraviglie.

Lo spot turistico per l’Italia

«Riaprire tutto quello che si può riaprire – dice Matteo Salvini in un filmato pubblicato alle 20.27 di giovedì 27 febbraio (cinque giorni dopo il precedente video)  -. Riaprire e rilanciare le fabbriche, i negozi, i musei. Se facciamo due passi troviamo poca gente e tante mascherine. Ci sono imprenditori che voglio riaprire garantendo totale sicurezza a loro e ai loro dipendenti, però non si può fermare un intero Paese».

In politica vale tutto, anche cambiare idea e toni nel giro di cinque giorni. Ma i social hanno una memoria storica che non c’era un tempo e le contraddizioni vengono a galla. Nonostante le mascherine.

(foto di copertina: da profilo Twitter)