Matteo Salvini ‘prova pena’ per la standing ovation del Parlamento Europeo a Carola Rackete

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Il commento del leader della Lega dopo l'intervento della capitana di Sea Watch 3 alla commisione Libe

Mentre Carola Rackete veniva accolta da una standing ovation da parte dei Parlamentari Europei al suo ingresso alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe), Matteo Salvini era pronto a criticare l’atteggiamento dei deputati di Bruxelles nei confronti della capitana di Sea Watch 3. Quell’applauso, durato per alcuni minuti e accompagnato da un’alzata in piedi, non è proprio piaciuto (per usare un eufemismo) al segretario della Lega.



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«Non mi sognerei mai di applaudire una comandante che, dopo aver aspettato deliberatamente 15 giorni al largo di Lampedusa, per scaricare a tutti i costi degli immigrati in Italia, ha addirittura speronato una motovedetta della Guardia di Finanza, mettendo a rischio la vita delle donne e degli uomini in divisa», ha detto Matteo Salvini commentando la notizia della standing ovation riservata a Carola Rackete.

Matteo Salvini ‘prova pena’ per gli applausi a Carola Rackete

Lui non lo farebbe mai, come ovvio, ma la sensazione che gli ha provocato quella scena non è stata delle migliori, come spiegato qualche istante dopo: «Provo pena, imbarazzo e vergogna per chi ha applaudito Carola Rackete a Bruxelles. L’omaggio alla comandante della Sea Watch 3 rappresenta anche un’offesa all’Italia». Insomma, dopo mesi l’episodio della nave che ha violato il suo divieto resta ancora una ferita aperte per il segretario del Carroccio.



La notizia dei trafficanti

Toni molto forti, come di consueto quando si parla del caso Sea Watch 3. L’ex ministro dell’Interno è tornato anche sulla notizia che è circolata nelle ultime settimane: «Nessuno – ha proseguito Matteo Salvini – ha ancora smentito la notizia dei tre presunti torturatori di immigrati caricati da Carola e scaricati nel nostro Paese, cioè in quell’Europa dove qualcuno batte le mani alle ong». Nessuno l’ha smentita, ma neanche confermata.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)