La Lega scrive: «Il cuore di un grande uomo si vede da come rispetta gli animali»
26/07/2019 di Enzo Boldi

Qualche tempo fa fu il momento di ‘Salvini gattini’, con la bacheca del segretario del Carroccio (non ancora ministro dell’Interno e vicepremier) invasa dalle foto di teneri musetti a quattro zampe. Ora, a distanza di qualche anno, il profilo Twitter ‘Lega – Salvini Premier’ ha condiviso un’immagine del suo leader mentre accarezza un gatto nel giorno in cui è andato a visitare il gattile del Verano (a Roma). Il tutto accompagnato da una scritta: «La lega scrive: «Il cuore di un grande uomo si vede da come rispetta gli animali».
L’amore per gli animali è uno dei sentimenti in grado di far rigonfiare il cuore di gioia e, molto spesso, in molti ci troviamo a indignarci quando leggiamo notizie di maltrattamenti su cani, gatti e non solo. Però, come sottolinea il giornalista Antonello Piroso – sempre attraverso Twitter – la grandezza dell’animo umano non può essere stimata in base al rispetto per gli animali. O, almeno, non solo in base a quello. Il motivo è molto semplice: la storia è ricca di gerarchi, dittatori e personaggi che non hanno eccelso per umanità, che amavano i propri cuccioli a quattro zampe.
#Lega #Legaioli #SatiraInvolontaria
“Il cuore di un grande uomo si vede da come rispetta gli animali”. https://t.co/HMGsE5iMB2 pic.twitter.com/WeIpFvZldw— Antonello Piroso (@Apndp) July 26, 2019
Dai cani di Hitler al gatto Tobia di Mussolini
C’era, ad esempio, Adolf Hitler che stimava e amava molto gli animali ed era solito farsi immortalare in sua compagnia. Il suo cane preferito era – non a caso – un pastore tedesco per la sua eleganza e per quel suo senso di potenza e classe racchiuse in un solo animale. Rimanendo legati a quel periodo storico, non si può non parlare del gatto di Benito Mussolini. Il suo nome era Tobia e, in molte occasioni, compariva al fianco del Duce sdraiato sulla sua scrivania. Il dittatore fascista, addirittura, fece mettere un suo ritratto nella Sala del Mappamondo di Palazzo Venezia.
Da destra a sinistra
Pochi anni prima, anche un altro grande dittatore della storia, questa volta seduto dal lato opposto dell’eterna contesa Fascismo (Nazismo) – Comunismo, era solito farsi fotografare (con gli strumenti dell’epoca, intento ad accarezzare un tenero gattino mentre si trovava con la sua famiglia. Si tratta del sovietico Lenin.
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“Il cuore di un grande uomo si vede da come rispetta gli animali”. https://t.co/HMGsE5iMB2 pic.twitter.com/13MbKB73Rg— Antonello Piroso (@Apndp) July 26, 2019
Oltre Salvini. Gli esempi nostrani
Chiuso il capitolo dittatori, Piroso (senza proferir parola alcuna, ma limitandosi a postare alcuni scatti del passato più o meno recente) si sposta in Italia mostrando l’amore per gli animali di altri due personaggi della politica nostrana. Si parte dal tanto contestato, anche da Matteo Salvini, Mario Monti che accarezza il suo cagnolino.
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“Il cuore di un grande uomo si vede da come rispetta gli animali”. https://t.co/HMGsE5iMB2 pic.twitter.com/YgiF5lzklq— Antonello Piroso (@Apndp) July 26, 2019
Per poi passare anche a Massimo D’Alema, di cui viene pubblicato un estratto di una sua video-intervista a PiazzaPulita (La7) in cui mostra il proprio cane e lo invita a mostrare i «dentini» alla telecamera.
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“Il cuore di un grande uomo si vede da come rispetta gli animali”. https://t.co/HMGsE5iMB2 pic.twitter.com/XbDNE2b6Ot— Antonello Piroso (@Apndp) July 26, 2019
Poi c’è anche l’ex senatore Antonio Razzi e, varcando i confini si torna in Russia con l’immancabile immagine di Vladimir Putin (il cui amore per gli animali è arcinoto) con in braccio un piccolo cagnolino. Non è inserito in questa lunga serie di tweet, ma lo aggiungiamo noi, Silvio Berlusconi.
La sua cagnolina Dudù era diventata virale non appena l’ex presidente del Consiglio cominciò a mostrarla e ostentarla pubblicamente. E continuamente. Su di lei sembrava, addirittura, esser stato disegnato una sorta di reality show, con tanto di diario semi-quotidiano e notizia continue. Anche del suo parto. Insomma, il grande cuore di un uomo si vede da come tratta gli animali, ma non sempre. O, almeno, questo dovrebbe valere per tutti.