Salvini a Martina Franca: «Quando saremo un Paese democratico, non dovranno esserci 5 camionette della polizia a tenere a bada i contestatori»

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Il leader della Lega ha organizzato un comizio improvvisato, ma evidentemente non voleva contestazioni

Una frase di Matteo Salvini – che si può inserire a buon diritto nella rubrica ‘pieni poteri’ – deve imporre una riflessione. Salvini a Martina Franca (in Puglia, in provincia di Taranto) era andato per inaugurare una sede della Lega, poi ha organizzato un ‘comizio improvvisato’ (ovviamente molte persone erano accalcate sotto al palco senza distanziamento e  con pochissime mascherine) dove è stato contestato da un gruppo di ragazzi diviso dal resto della piazza da un cordone formato da poliziotti in tenuta antisommossa e dalle loro camionette.



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Salvini a Martina Franca, il comizio e i contestatori

Nel corso del suo comizio, c’è stato un passaggio piuttosto controverso: «Quando saremo un Paese davvero democratico, non ci sarà bisogno di cinque camionette della polizia per tenere a bada dieci contestatori figli di papà».



Una affermazione del genere può essere contestabile a più livelli. Innanzitutto, perché laddove c’è una persona che manifesta delle idee, l’essenza della democrazia prevede che ci possano essere anche delle persone che contestano quelle stesse idee. Cosa significa, dunque, che in un Paese democratico non ci saranno le camionette per i contestatori? Che ognuno deve essere lasciato libero di parlare senza contraddittorio – come immagina Salvini – o, peggio, che non devono esserci contestatori tout court?

La protesta contro Salvini a Martina Franca non ha mai oltrepassato il limite. Non ci sono stati episodi simili a quelli verificatesi a Mondragone, ma ci si è limitati a cori, slogan e striscioni ironici. Come quello, diventato virale sui social network, che diceva che «a Martina Franca si Lega solo il capocollo».