Libero non vedeva l’ora di rispolverare il saluto romano in prima pagina

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Azzurra Barbuto spiega perché sarebbe saggio tornare alle origini per difendersi dal Coronavirus

Evidentemente non vedevano l’ora nella redazione guidata da Vittorio Feltri (in qualità di direttore editoriale) e Pietro Senaldi (direttore responsabile) di rispolverare il saluto romano Libero. L’emergenza coronavirus in Italia gli ha dato l’assist per rispolverare sentimenti nostalgici che rimandano all’antica Roma ma, inevitabilmente, ricordano anche una delle fasi più buie della storia recente del nostro Paese: il fascismo. Ma con una leggerezza invidiabile, Azzurra Barbuto ha provato a spiegare – con l’articolo a pagina 11 che riprende il taglio centrale di prima pagina con la foto di un legionario romano con il braccio proteso verso il cielo – come sia saggio un ritorno al passato.



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Ed ecco che al titolone in prima pagina, una sorta di foto-notizia, fa eco la narrazione di questa nostalgia spiegata all’interno delle pagine di Libero di martedì 3 marzo 2020. Il tutto accompagnato da un sommario che recita: «Non tutti i mali vengono per nuocere: adesso che porgere il palmo a chi ci sta davanti è pericoloso, è bene tornare all’antico». Insomma, saluto romano Libero che ha quasi il sapore della nostalgia canaglia cantata da Al Bano Carrisi e Romina Power.



Saluto romano Libero, la prima pagina del 3 marzo 2020

Si deve necessariamente rispondere con ironia a una presa di posizione simile che, nel corpo del suo articolo, prova a spiegare questa presa di posizione parlando di criteri storico-scientifici nella scelta di adottare il saluto romano come alternativa alla stretta di mano o ai baci. La storia, quella vera, ha riscritto il significato di quel gesto, diventato simbolo del fascismo nel ventennio più buio della storia italiana. È inutile provare a dare ragioni storiche antiche, perché quel braccio teso verso l’alto non è più un ricordo dell’antica Roma o del Medioevo – come invece scrive Azzurra Barbuto -, ma di ben altro.

L’ironia e la chiazza d’olio (di ricino)

Sul fascismo non si scherza. Quel saluto romano è stato il simbolo di quanto di più sbagliato è riuscita a proporre l’Italia tra gli anni Venti e la fine del dopoguerra. Continuare a scherzare, parlando del Coronavirus, su un qualcosa di così oscuro non è saggio e non può tutto scivolare via con una risata perché la chiazza d’olio ha l’amaro sapore del ricino.



(foto di copertina: da prima pagina di Libero quotidiano del 3 marzo 2020)