No Sallusti, la scienza dice che le razze non esistono

16/01/2018 di Redazione

«Razza di ipocriti e razza di ignoranti». Le parole del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti giocano con la dichiarazione del leghista Attilio Fontana, candidato alla presidenza della regione Lombardia per il centro-destra, che nella giornata di ieri aveva parlato di «razza bianca in pericolo». Peccato che su questo concetto ci sia poco da scherzare.

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SALLUSTI RAZZA, LA DIFESA DI ATTILIO FONTANA

Sallusti, nel suo editoriale odierno, ha attaccato pesantemente tutti quelli che hanno criticato l’uscita del candidato proposto dal centro-destra. Il direttore de Il Giornale ha scritto: «Secondo questi signori […] le razze non esistono, cioè le diversità tra gli abitanti delle varie aree della terra. Concetto che fa a pugni con la nostra Costituzione e con quello scritto nell’articolo 3 […]. Tutte le razze, quindi, pari sono anche per la legge, e questo è pacifico, ma esistono».

Il direttore de Il Giornale, poi, ha addotto alla sua teoria un’altra «prova»: «Negare l’esistenza della razza significherebbe dover mettere al rogo, oltre che la Carta, anche tutti i dizionari e i vocabolari che – tutti – riportano la voce ‘razza’».

La difesa dell’indifendibile Attilio Fontana è davvero commovente. Fatta con le unghie e con i denti. Ma con quella inevitabile propensione allo scivolamento su una liscia parete di vetro. La razza – parliamo di biologia – non esiste. È stato provato da fior di scienziati, da diverse pubblicazioni autorevoli e la comunità internazionale è concorde.

SALLUSTI RAZZA, PERCHÉ NON REGGE DAL PUNTO DI VISTA SCIENTIFICO

Il concetto di «razza» non regge dal punto di vista scientifico – pensate, nemmeno per i cani e i gatti, per i quali il termine viene usato per consuetudine – perché dal punto di vista biologico non c’è nessuna distinzione determinante tra i diversi gruppi di individui di una stessa specie. Anche se si stabilisse che certi elementi della figura umana – come ad esempio il colore della pelle, il taglio degli occhi, i tratti somatici in generale – corrispondono a un certo gruppo e non a un altro, non sarebbe possibile dividere tutte le persone del mondo in categorie, perché quasi tutte le persone apparterrebbero a più di una.

La posizione ufficiale della scienza, tra l’altro, viene confermata dall’illustre genetista Carlo Alberto Redi che, questa mattina, nel corso della puntata di Agorà su Raitre, ha affermato: «La razza non esiste, è un dato incontrovertibile. Siamo tutti figli di un piccolo gruppo di africani che 200 mila anni fa sono usciti dall’Africa e hanno continuato a incrociarsi».

SALLUSTI RAZZA, INUTILE CHIAMARE IN CAUSA COSTITUZIONE E DIZIONARI

La distinzione scientifica è l’unica, tra l’altro, che – nella definizione di «razza» – può essere presa in considerazione. L’utilizzo del termine nella Costituzione è frutto – come pressoché tutti i principi generali della nostra carta – del retaggio bellico che il nostro Stato ha vissuto e recepito drammaticamente. Qualche anno prima, in base al concetto di «razza» si era consumato l’orrore nazista e le leggi «razziali» furono promulgate anche in Italia. Logico, dunque, che il legislatore usasse un termine allora drammaticamente comprensibile. E che, a causa del malinteso che può generare, dovrebbe essere sostituito. Non nel significato, ovvio, ma nel significante.

Assolutamente priva di senso, poi, è la teoria che la «razza» esiste perché le sue definizioni compaiono sui dizionari e nelle enciclopedie. Persino la parola «unicorno» compare in tutti i dizionari e vocabolari. Anche loro esistono in virtù di questo motivo?

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