Il taglio di due terzi della multa dell’antitrust francese a Apple

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La scelta del tribunale è stata quella di ridurre drasticamente la multa del 2020 e, ora, Apple punta all'annullamento

La notizia è stata data in esclusiva da Reuters ed è relativa a una multa del 2022. Apple è riuscita a ottenere una riduzione pari a due terzi della multa pari a 1,1 miliardi di euro di euro dell’antitrust francese. La riduzione multa Apple è stata disposta per decisione di un tribunale francese relativamente ai presunti comportamenti anticoncorrenziali di Apple e, a questo punto, è pari a 372 milioni di euro.



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La riduzione multa Apple relativamente a distribuzione e vendita al dettaglio

Il comportamento anticoncorrenziale di Apple era stato individuato nell’ambito della rete di distribuzione e vendita al dettaglio. Si è trattata – considerata la cifra – della multa più alta mai emessa da un’autorità di vigilanza antitrust. La ragione dietro l’ammenda era che Apple avrebbe agito imponendo prezzi ai rivenditori al dettaglio di prodotti premium in modo che fossero allineati a quelli delle aziende californiane nei negozi e in rete.



In appello è stata sostenuta l’accusa secondo la quale Apple avrebbe abusato della dipendenza economica dei rivenditori dell’azienda ma ha respinto l’accusa relativa ai prezzi fissi secondo le fonti di Reuters. La scelta del tribunale, inoltre, è stata quella di ridurre in maniera significativa il tasso con il quale è stata calcolata la cifra compressiva – molto elevato nel 2020, considerata la potenza finanziaria di Apple -.

«Sebbene il tribunale abbia correttamente annullato parte della decisione dell’Autorità francese per la concorrenza – ha fatto sapere Apple annunciando il ricorso contro la scelta – riteniamo che debba essere annullata nella sua interezza e abbiamo intenzione di fare ricorso». Nella dichiarazione inviata a Reuters, inoltre, viene specificato da Apple come «la decisione si riferisce a pratiche di oltre dieci anni fa che anche l’autorità francese ha riconosciuto non essere più in uso». Da un portavoce del tribunale non arriva un vero e proprio commento alla sentenza, solo l’evidenziare che la corte ha «parzialmente confermato» la decisione presa dall’autorità di vigilanza.