Addio a Rossana Rossanda, fondatrice de Il Manifesto e dirigente del PCI

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Aveva 96 anni. L'annuncio del quotidiano

Si è spento a Roma uno dei volti che hanno fatto la storia del Partito Comunista Italiano e del giornalismo nostrano. Rossana Rossanda è morta nella notte a Roma all’età di 96 anni.



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Storica dirigente del PCI negli anni Cinquanta e Sessanta, fondò insieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri, Il Manifesto. Nel mese di aprile era stata ricoverata in Ospedale per una crisi cardiaca, dalla quale si era ripresa pochi giorni dopo.



Rossana Rossanda, addio alla fondatrice de Il manifesto

Ad annunciare la morte di Rossana Rossanda è stato lo stesso Il Manifesto attraverso un post sui propri canali social.

Nell’edizione in edicola martedì 22 settembre, Il Manifesto ricorderà la storia e la vita di una delle sue fondatrici.

Una storia fatta di resistenza

Rossana Rossanda nacque a Pola nel 1924. La sua città natale poi, nel 1947, venne annessa ai territori dell’ex Jugoslavia. Ma la sua vita aveva già scelto una direzione ben precisa. Fin da giovanissima, durante il Ventennio fascista, si schierò dalla parte della Resistenza come partigiana. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale aderì al Partito Comunista Italiano e venne nominata responsabile culturale del PCI da Palmiro Togliatti.

La fondazione de Il manifesto

La sua prima elezione alla Camera dei deputati risale al 1963. Qualche anno più tardi, insieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri, fondò Il Manifesto nel 1969. Dapprima come rivista e poi, nel 1971 come quotidiano. E proprio nel ’69 venne espulsa dal Partito Comunista Italiano per le sue posizioni critiche nei confronti socialismo reale dell’Unione Sovietica e dei paesi del Blocco Orientale. Una decisione approvata dal XII Congresso Nazionale del PCI a Bologna, nonostante il parere contrario del futuro segretario Enrico Berlinguer.

(foto di copertina: da Propaganda Live 2018, La7)