Roberto Saviano: «Io a processo per aver criticato Salvini, lui la fa franca»

Con un lungo editoriale pubblicato su La Repubblica, Roberto Saviano conferma che verrà processato per aver definito Matteo Salvini «ministro della malavita». Una posizione che ribadisce e difende, sopratutto in ragione del fatto che lui entrerà nell’aula del tribunale per rispondere alle accuse, mentre il vicepremier si è sottratto al processo per il caso Diciotti.

Roberto Saviano: «Io a processo per aver criticato Salvini, lui la fa franca»

«Io, cittadino come tanti, come tutti, sarò processato; il ministro, invece, ha deciso di sottrarsi al processo, seriamente e giustamente spaventato dal fatto che la sua condotta nel caso Diciotti possa farlo condannare». Roberto Saviano conferma che verrà processato «per un reato di opinione» ma che non teme affatto l’aula del tribunale. «Questo processo che mi vedrà imputato, se non altro, costringerà Matteo Salvini a dire la verità o, quantomeno, a pronunciare sotto giuramento, dinanzi a uno spazio di verificabilità, le sue affermazioni, cosa che fino a oggi non è mai accaduta – scrive Saviano su La Repubblica – trovandosi nel più agevole ambito della propaganda, dove ogni menzogna è manipolata, costruita, seminata sul terreno della bile, della frustrazione di un Paese disorientato da cui sta, per ora, e solo per ora, ricavando consenso».

Proprio sul tema del consenso cieco Roberto Saviano costruisce il suo attacco a Matteo Salvini. Ricordando che la censura della libera espressione delle voci intellettuali dissidenti a favore di quelle compiacenti gli ricorda molto l’istituzione del reato di offesa al Duce, solo che in quest’epoca trova come mezzo di propaganda anche i social network. «Ora, non risulti questo un accostamento forzato, perché non è un accostamento – chiarisce Saviano – È semplicemente un racconto di come furbescamente, da sempre, si tenda a far passare la critica, anche forte, al potere come diffamazione».

Roberto Saviano a processo: «Non darò tregua alle sue continue bugie»

Roberto Saviano si rivolge più volte direttamente a Matteo Salvini, mostrando di non essere intimidito dal percorso processuale che lo attende. «Sono fiero di poter testimoniare, con le mie idee, il disprezzo politico e umano che nutro verso di lei e verso il suo partito (storicamente compromesso da una lotta per anni razzistica nei confronti del Sud Italia), verso il suo basso populismo, termine che indica, va ribadito, l’ingannare il popolo mostrando che si sta invece agendo a suo vantaggio»scrive. Lo scrittore rimarca quanto espresso, dicendosi  «felice di poter esprimere tutto il mio disprezzo verso questa pantomima che avete ingaggiato di voi come popolo al governo che si oppone alle élite, di cui invece siete proprio voi l’espressione più scadente. […] Qual è l’automatismo che renderebbe voi gli unici interpreti del sentire del popolo? Che lo renderebbe esclusivamente rappresentato da questa parte politica?».

«Matteo Salvini, mentre lei scappa codardamente dal processo sul caso Diciotti, ci vedremo al processo nel quale sarò io l’imputato – conclude Roberto Sviano – ma le assicuro che non mi intimidisce e le prometto che con la parola – l’unico mezzo a mia disposizione – non darò tregua alle sue continue bugie».

(credits immagine di copertina:  ANSA/CIRO FUSCO)

Share this article