I ricercatori stanno utilizzando l’app di Google per studiare l’effetto dei cellulari sul benessere mentale

Il colosso dell'informatica ha collaborato con l'Università dell'Oregon per condurre uno studio sul «benessere digitale»

24/05/2022 di Martina Maria Mancassola

I ricercatori dell’Università dell’Oregon stanno realizzando uno studio sugli effetti che i dispositivi cellulari hanno sulla salute mentale delle persone, utilizzando l’app «Health Studies» di Google. L’obiettivo dello studio è capire come le persone stiano effettivamente utilizzando i loro telefoni e come questo influisca sul loro stato mentale. Un post sul blog aziendale scritto dal dottor Nicholas Allen, Professore del Centro per la salute mentale digitale presso l’Università dell’Oregon e uno dei principali ricercatori del progetto, ha affermato che i risultati dello studio sapranno aiutare, in definitiva, le aziende a progettare e realizzare prodotti migliori e, persino, a migliorare le politiche e l’istruzione in futuro. I ricercatori stanno utilizzando l’app di Google perché questa può aiutarli ad ottenere una visione più ampia di come gli utenti stiano usando effettivamente i loro telefoni, diversamente da quanto accaduto in altri studi durante i quali alle persone era stato chiesto di tracciare e segnalare il proprio utilizzo delle app. Questo metodo, infatti, risultava meno accurato secondo i ricercatori, i quali ora sperano che l’approccio attuale fondato sull’app di Google permetterà loro di trovare relazioni che altri studi non hanno individuato, ovvero come il modo in cui la quantità di tempo che gli utenti passano guardando uno schermo influisce effettivamente sul loro riposo notturno.

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L’app di Google Health Studies sta aiutando i ricercatori a studiare gli effetti dei cellulari sulla salute mentale delle persone

Vi abbiamo parlato, a marzo scorso, degli esiti del recente studio condotto in Gran Bretagna sugli effetti dei social sulla salute dei giovani, secondo il quale, anche alla luce dei risultati precedenti, non sarebbe ravvisabile una diretta relazione tra l’utilizzo eccessivo dei social ed il malessere dei giovani. Al di là dei social, quanto impattano i cellulari sul benessere mentale di tutti noi?È quello cui i ricercatori hanno, nel caso di specie, cercato di rispondere: «Crediamo che la tecnologia possa aiutare a colmare molte di queste lacune e migliorare la ricerca sul benessere digitale. Ecco perché il Center for Digital Mental Health dell’Università dell’Oregon sta collaborando con Google per lanciare questo importante studio». Gli stessi, poi, sperano che utilizzando questo metodo innovativo, diversamente da quelli passati che si basavano sul tracciamento fai-da-te degli utenti stessi, di attrarre più persone nel loro studio (per via della riduzione della quantità di lavoro che i partecipanti dovranno svolgere): «Non solo abbiamo bisogno di una nuova ricerca che si concentri sia sui benefici che sui rischi della tecnologia, ma dobbiamo anche ripensare a ciò che chiediamo alle persone, chi includiamo in questa ricerca e come lavoriamo insieme per utilizzare i risultati. La maggior parte della ricerca scientifica sul benessere digitale si è basata su questionari auto-riferiti, che sono fortemente soggettivi. Potresti dire quante ore o minuti hai utilizzato il telefono ieri senza controllare le metriche del tempo sullo schermo? Probabilmente no!», dichiara sul blog uno dei ricercatori del progetto.

Oltre ad avere una dimensione del campione più ampia, i ricercatori potrebbero anche riuscire ad ottenere dati da utenti più giovani. I ricercatori hanno affermato che raccoglieranno «misure dirette e obiettive di come le persone usano i loro telefoni» con «tecnologia di rilevamento passivo e continuo», aggiungendo che il dispositivo cellulare di tutti noi sarà in grado di «misurare direttamente molti dei consolidati elementi costitutivi del benessere, come il sonno e l’attività fisica». Secondo Iz Conroy, portavoce di Google, il sistema utilizza alcune delle stesse API del sistema di Benessere digitale integrato di Android che traccia come si utilizza il telefono, ma i «dati vengono raccolti separatamente nell’ambito di protocolli di ricerca trasparenti». Conroy ha indicato il numero di volte in cui gli utenti sbloccano il telefono e le categorie di app che utilizzano come esempi della tipologia di dati che lo studio raccoglierà. Il post spiega che gli utenti dovranno dare «consenso informato» per partecipare e che i dati «saranno gestiti secondo rigorosi standard etici e saranno utilizzati solo per la ricerca e per informare prodotti migliori», aggiungendo che i dati «non saranno mai venduti o utilizzati per la pubblicità». L’app Health Studies viene introdotta nel dicembre del 2020 con uno studio sulle malattie respiratorie. Le persone possono utilizzare l’app per iscriversi come partecipanti a studi, che raccoglieranno i loro dati e li aggregheranno in modo tale che i ricercatori potranno vedere le tendenze per i dati demografici ma non le informazioni personali e riservate di un utente. Chi è interessato a contribuire allo studio sul benessere digitale, potrà scaricare l’app dal Play Store e iscriversi per partecipare allo studio quando verrà lanciato il prossimo venerdì 27 maggio. Lo studio terrà traccia dell’uso del telefono e dei modelli di salute per un mese.

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