Un altro post su Facebook con l’ingresso di Auschwitz, stavolta è il vicesindaco: «Il vaccino rende liberi»

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Succede a Bistagno: Riccardo Blengio perde le nomine, era anche assessore alla Cultura

È ormai diffusissima la prassi di diffondere messaggi no-vax su Facebook prendendo come spunto le tragiche vicende della deportazione degli ebrei prima e durante la seconda guerra mondiale. In tantissimi stanno paragonando la condizione del non vaccinato, di colui che fugge dalla somministrazione del vaccino anti Covid-19, delle persone che convintamente decidono di non sottoporsi alla vaccinazione di massa che le autorità hanno predisposto per contrastare la diffusione del coronavirus, a quella degli ebrei perseguitati nella prima metà del Novecento e del loro destino nei campi di concentramento. Tra questi, anche il vicesindaco di Bistagno – un comune in provincia di Alessandria -: Riccardo Blengio ha postato sul suo account Facebook l’immagine tristemente famosa dell’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz. Al posto della scritta «il lavoro rende liberi», motto utilizzato dai nazisti per far passare i campi di sterminio come campi di lavoro, nell’immagine proposta dall’amministratore locale piemontese campeggia la scritta: «il vaccino rende liberi».



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Riccardo Blengio è stato rimosso dopo il suo post



Il sindaco di Bistagno ha subito preso provvedimenti nei confronti del suo amministratore, che era vicesindaco e anche assessore alla Cultura. Le sue cariche sono state revocate e di questo ha reso partecipe, in maniera informale, l’intero consiglio comunale, convocato appositamente per prendere atto della decisione. Un consiglio comunale al quale Riccardo Blengio – che attualmente, dunque, ricopre solo la carica di consigliere comunale – non ha partecipato, ufficialmente per motivi di lavoro.

In realtà, il sindaco di Bistagno ha specificato che la carica di consigliere resta ancora in piedi per Riccardo Blengio, salvo sue eventuali dimissioni. Tuttavia, il consigliere – unico simpatizzante di centrodestra in una lista civica che amministra un paese di circa 1800 abitanti – ha sottolineato come il suo post, nonostante sia stato successivamente rimosso, fosse soltanto un tentativo di sollevare la questione su «misure liberticide» e afferma che tutti quelli che lo accusano «di essere ‘fascista’ o ‘nazista’, sono sicuramente in malafede».



Riccardo Blengio non è l’unico politico che, in Italia, sta cedendo alla retorica del confronto tra i non vaccinati e gli ebrei perseguitati. Ricordiamo, recentemente, l’episodio che ha visto protagonista l’europarlamentare leghista Francesca Donato, che aveva citato proprio la frase «il lavoro rende liberi» adattata al tema della vaccinazione, ricevendo – in risposta – una durissima critica da parte dell’Auschwitz Memorial, massima istituzione a livello internazionale nel ricordo dell’olocausto all’interno dei campi di concentramento. Inoltre, ricordiamo i casi di chi – come Sara Cunial – per alcune affermazioni dal tono simile si è vista raggiungere da un ban di Facebook. Per non parlare, poi, di tutti i gruppi no-vax – che purtroppo sui social network trovano ancora terreno fertile – che abitualmente mostrano immagini come quella postata dall’ormai ex vicesindaco Riccardo Blengio.