Le restituzioni M5S non finiranno più a Rousseau

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Lo indica la modifica dello statuto pentastellato, ratificata il 10 gennaio

Per i parlamentari (e altri rappresentanti pentastellati a livello locale) cambierà la forma e non il contenuto. Le restituzioni M5S, da settimane (se non da mesi) al centro di dibattiti interni al Movimento 5 Stelle, non saranno più versate alla piattaforma Rousseau, ma a un fondo per la microimprenditorialità. È stato deciso con una modifica dello statuto interno del partito, ratificata ed entrata in vigore venerdì 10 gennaio. Un cambio di destinazione deciso per placare le tensioni interne maturate dopo i ritardi nei pagamenti e le dure accuse di alcuni ex politici.



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Niente più fondo Rousseau. Con le modifiche dello statuto, decise dal gruppo dirigente che circonda il capo politico e ministro degli Esteri Luigi Di Maio, i 300 euro versati (o da versare) mensilmente dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle, saranno destinati a un fondo per la microimprenditorialità che, poi, deciderà come utilizzare e dove destinare i soldi raccolti.



Stop alle restituzioni M5S al fondo Rousseau

Il Comitato per le rendicontazioni e rimborsi M5S, vede anche l’ingresso di due nuove figure: al posto di Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva, subentrano Davide Crippa e Gianluca Perilli, rispettivamente capigruppo di Camera e Senato. E questo Comitato, che vede sempre la presenza di Luigi Di Maio nel ruolo di presidente, durerà fino a 90 giorni dal termine della XVIII legislatura, cioè quella in corso.

Il fondo per la microimpreditorialità

Nella parte modificata dello Statuto, quella che riguarda le restituzioni M5S, si legge: «Tutte le somme ricevute dal Comitato dovranno essere versate al Fondo appositamente costituito per il Microcredito o agli enti e soggetti individuati dagli iscritti al M5s previa consultazione on line». Non si parla più, dunque, di fondo Rousseau. Una mossa per placare gli istinti che, però, sposta di poco gli equilibri interni al Movimento 5 Stelle: chi si oppone ai rimborsi perché si sente tradito, vorrà continuare nella propria protesta.



(foto di copertina: da profilo Facebook di Luigi Di Maio)