Report pubblica i verbali della task force del gennaio 2020 in cui si sottovalutava il Covid

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I documenti con i pareri dei vari componenti e il ritardo nell'attivazione di un piano per contenere la diffusione del virus

Il piano c’era, anche se vecchio. Ma si è andati piano. È questo quanto emerge dall’inchiesta andata in onda ieri sera, lunedì 25 gennaio, su Rai3. I giornalisti di Report sono entrati in possesso dei verbali delle varie riunioni della task force del Ministero della Salute. Incontri andati in scena tra la seconda metà di gennaio e il mese di febbraio, quando l’epidemia (che ben presto si è trasformata in pandemia) sembrava essere un oggetto misterioso da osservare in lontananza. Nel servizio Report verbali task force emergono le posizioni poco nette da parte dei vari componenti che, all’inizio, paragonavano gli effetti del Sars-CoV-2 a quelli della classica influenza stagionale.



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Ovviamente si tratta di pareri al buio. All’epoca, parliamo della terza decade del mese di gennaio, nel nostro Paese non c’era l’evidenza di quel che poi è diventata un vera e propria strage quotidiana. Ma quel che emerge dall’inchiesta di Report è la mancata capacità di previsione da parte di diversi esperti che, al netto dell’allarme già lanciato dall’Oms (che, all’epoca, non aveva ottenuto una vasta eco mediatica, probabilmente per questioni di prossimità spaziale visto che i primi casi si erano registrati in estremo Oriente), non hanno suggerito interventi repentini. E preventivi.



Report verbali task force: «I dati sono sovrapponibili con quelli dell’influenza»

Uno scenario che si è ripetuto anche nelle riunioni successive e quel paragone (sui dati) tra l’influenza stagionale e quella che poi, nel giro di poco tempo, diventerà una pandemia globale riecheggia come un campanello d’allarme non ascoltato. Eppure, come emerge dal servizio di Report, dalla Cina arrivavano già notizie che avrebbero dovuto alzare la soglia d’allerta: la città di Wenzhou, da cui arrivano circa il 90% dei migranti cinesi in Italia, era stata messa in quarantena.

Una sottovalutazione basata sui dati, certo. In Italia, in quel momento, non vi era alcuna evidenza di quel che poi è accaduto nel giro di poche settimane (e sta ancora accadendo). Il governo italiano aveva già attivato, per la prima volta, lo stato di emergenza, ma sembrava essere più un pro-forma in base agli allarmi iniziali lanciati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Perché la task force del ministero della Salute sembrava non aver colto il futuro scenario apocalittico di una catastrofica pandemia.

(foto di copertina: da Report, Rai3)