Con il relay privato iCloud, Apple punta a far fuori gli operatori di telefonia

Un altro piccolo passo in direzione di un sistema integrato di telco

13/02/2022 di Gianmichele Laino

Una barriera di protezione per i suoi utenti. Che, teoricamente, dovrebbe tutelarli sia dal tracciamento dei gestori della rete, sia dalla stessa Apple. La novità del relay privato iCloud, a disposizione come parte dell’abbonamento iCloud+, permette agli utenti della casa di Cupertino di navigare in sicurezza nel momento in cui scelgono, come browser internet, Safari. La notifica che viene proposta agli utenti, sorprendentemente, sembra tagliar fuori anche la stessa Apple dal controllo della navigazione (anche se, su questo, ci permettiamo di manifestare un certo scetticismo): «Il relay privato nasconde il tuo indirizzo IP – si legge nel testo che Apple propone ai suoi utenti – e l’attività di navigazione in Safari e protegge il traffico internet non crittografato, in modo che nessuno (nemmeno Apple) possa vedere chi sei e quali siti stia visitando».

LEGGI ANCHE > Come le modifiche della privacy di Apple potrebbero potenziare i suoi prodotti pubblicitari

Relay iCloud di Apple e il progressivo scacco matto agli operatori

Il fatto che Apple stia dando così importanza alla privacy (ricordiamo la battaglia condotta con tutti gli sviluppatori di applicazioni che mettono in vetrina i loro prodotti negli App Store), il fatto che – secondo alcuni rumors – stia provando a implementare la possibilità di permettere ai suoi dispositivi, in casi di emergenza, di inviare comunicazioni satellitari, il grandissimo lavoro che l’azienda guidata da Tim Cook sta facendo con le e-Sim, sono sicuramente dettagli che testimoniano una sorta di progressiva trasformazione di Apple in una sorta di maxi operatore che integra la costruzione dei dispositivi e la gestione dei suoi utenti, anche da un punto di vista telco.

Sicuramente il relay iCloud rappresenta una soluzione che taglia fuori gli operatori e i providers dal tracciamento del profilo dell’utente che naviga in rete. Il meccanismo è semplice: i record DNS e gli indirizzi IP consultati attraverso Safari vengono protetti da un codice univoco che, pertanto, garantirà una sorta di schermata protettiva nei confronti dell’attività di navigazione dell’utente. Al momento, questa possibilità viene resa possibile per tutti quei clienti Apple che abbiano un sistema operativo aggiornato alla versione iOS 15.2. Inoltre, la funzione può essere disattivata in caso di siti web che, al momento, non supportano questa modalità di navigazione (e che, per farlo, avrebbero bisogno di un aggiornamento). Così come si può disattivare temporaneamente la funzione relay iCloud anche in quei Paesi dove non è possibile supportare la funzione.

Come l’hanno presa le compagnie telefoniche (maluccio)

Il relay iCloud funziona come una sorta di illusionista della navigazione: praticamente non dà informazioni sulla geolocalizzazione dell’utente, né lo traccia nei suoi tempi e nei suoi modi di consultazione di un sito internet. E questa cosa fa davvero storcere il naso alle compagnie telefoniche. Vodafone, Telefonica e T-Mobile – già nel mese di agosto del 2021 – avevano seguito la stessa direttrice per chiedere spiegazioni ad Apple su questo suo cambio di policy. E stanno cercando di portare la discussione a un livello che suona familiare al legislatore europeo, ovvero quello della sovranità del dato. In realtà, si tratta di un sistema molto complesso, in cui parlare di sovranità del dato (ovvero della permanenza dei dati di profilazione dell’utente all’interno dei server europei) non è totalmente corretto. Il dato è in Europa; semplicemente Apple ha trovato un modo per schermarlo. E – con l’indicazione che nemmeno la casa madre avrà contezza di chi sia l’utente e di quali siti stia visitando (ricordate il testo della notifica preparata da Apple) – ha anche un appiglio per presentarsi come azienda completamente interessata alla privacy dell’utente stesso.

Dietro alla segretezza della navigazione, c’è un’intera partita da giocare. Al momento, la sensazione è che Apple sia in netto vantaggio rispetto a tutti gli altri. E che, molto presto, diventi qualcosa di diverso rispetto a quell’azienda che – fino a qualche tempo fa – si limitava a produrre «sistemi operativi, smartphone, computer e dispositivi multimediali».

Share this article
TAGS